Mancano circa due settimane alla chiusura delle liste per le elezioni politiche del 4 marzo ma quel che si ascolta, a parte qualche scontro qui e là, è un fragoroso silenzio. Chi andrà a correre per essere eletto deputato e senatore? Difficile dirsi ad oggi. Quello che appare evidente è la carenza strutturale di donne in numero sufficiente per fare le liste.

E’ queste elezioni politiche vivono una singolare coincidenza. La scadenza dei termini è fissata per il 29 gennaio e il caso vuole che gli storici facciano risalire proprio al 29 gennaio del 1945 l’attribuzione del voto alle donne in Italia. Una decisione che fu ratificata il giorno dopo con la firma su Decreto legge De Gasperi – Togliatti da parte del Consiglio dei Ministri di guerra dell’Italia Libera presieduto da Bonomi. Un segno del destino? Fatto sta che oggi le donne godono dell’elettorato attivo ma anche di quello passivo e qui di strada da fare ne resta tanta.

Le donne da candidare, infatti, mancano soprattutto nel centrodestra dove la tradizione femminile non è così sviluppata come nel centrosinistra. Le difficiltà le vive il centro dello schieramento che non ha moltissime donne da spendere nonostante la legge sia chiara e servano almeno il 40% di candidati del gentil sesso.

Il tema non è avere donne da candidare – dicono le voci di corridoio – ma scegliere donne che non siano soltanto utili a riempire quel 40%: donne che abbiano un bagaglio poltiico ed elettorale.

Allora diamo una occhiata alle candidate da mettere in campo pe ril 4 marzo in Sicilia da parte di partiti e coalizioni.

Complessivamente il nuovo sistema elettorale prevede dieci collegi uninominali nella Sicilia orientale e 9 in quella occidentale con, dunque, l’esigenza di mettere in campo 4 donne per ognunia delle due aree siciliane oltre al 40% nelle liste non ad elezione maggioritaria. In queste ultime la legge viene in aiuto permettendo la candidatura della medesima persone fino a 5 diverse aree.

A sinistra la candidatura che appare scontata nel catanese è quella di Valeria Sudano, deputato regionale uscente del Pd che ha scelto la candidatura alle nazionali correndo solo in quota residuale e senza troppo impegno alle regionali di novembre. In corsa certamente anche Concetta Raia mentre si fa il nome anche dell’eurodeputata Michela Giuffrida e di Ersilia Savarino. A Siracusa si parla di ricandidatura di Sofia Amoddio, a Ragusa di Venera Padua.

Nella Sicilia centrale quasi certa la candidatura di Daniela Cardinale figlia dell’ex Ministro Salvatore leader di Sicilia Futura. Anche per lei si tratta della ricandidatura di una uscente ma su questo nome è scontro all’arma bianca all’interno del Pd.

Nella Sicilia occidentale Teresa Piccione è l’uscente che l’area Lupo vuole ricandidare. Ci sono, poi, magda Culotta, nel trapanese la sentarice Pamela Orru e nell’agrigentino la Maria Iacono.

Scenderanno in campo con Liberi e Uguali di Grasso e Boldrini, invece, Mariella Maggio e Maria Greco solo per fare due dei nomi proposti a Roma dall’assemblea siciliana del nuovo movimento/partito.

Ma come si diceva il vero tema sta nel centro destra. Poche le donne la cui candidatura è da considerare cosa certa. Nell’Udc non c’è dubbio circa la discesa in ampo di Ester Bonafede che si è spesa prima alle comunali di Palermo e poi alla regionali nonchè nella ricostruzione del partito centrista dunque ha ampiamente mostrato il suo impegno ‘di ritorno’. Sarà candidata nell’uninominale ma anche in tutte le liste nelle quali può essere candidata.

In Forza Italia sembrano scontate le candidature di Stefania Prestigiacomo e Gabriella Giammanco. Il quarto nome di coalizione nella Sicilia occidentale manca e per questo potrebbe essere quello di Simona Vicari di ritorno nella coalizione con “noi per l’Italia”. L’ostacolo sarebbe stato rappresentato dalla regola messa da Berlusconi ovvero: ‘benvenuti ai cavalli di ritorno ma si salta un turno, ci si impegna e si dimostra la voglia di stare a destra e poi al prossimo giro ci si spende in una candidatura’.

Ma le donne con “bagaglio elettorale” scarseggiano e dunque si potrebbe pensare a una deroga anche perchè una deroga sembra cosa già decisa dal lato opposto della Sicilia per Valentina Scialfa, dimessasi dalla giunta Bianco per candidarsi.

Per il resto continuano a mancare donne da candidare, donne che sappiano fare politica e che possano contare su un  bagaglio elettorale. Dunque il mantra resta: donne cercansi disperatamente soprattutto nel centrodestra.

 

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