Sanità, ricerca e formazione nei Paesi del Mediterraneo attraverso progetti condivisi tra le istituzioni siciliane e il Comem, il consorzio euromediterraneo degli Ordini dei medici. Su questi temi, Toti Amato, presidente dell’Omceo di Palermo, nonché primo vicecepresidente del Comem, è stato ricevuto dal vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Giuseppe Lupo insieme a Mohammed Bekkat Berkani, l’attuale presidente algerino del Comem, e Djafar Hantala, il direttore della scuola di Chirurgia pediatrica in Algeria.

Il vicepresidente dell’Ars ha accolto suggerimenti e proposte per un progetto, in campo sanitario, da inserire nel nuovo disegno di legge di cooperazione internazionale per lo sviluppo dei Paesi del bacino “già all’esame delle commissioni parlamentari”, come ha precisato lo stesso vicepresidente. “Mi auguro – ha detto Lupo – che si possa mettere in campo, in particolare nel campo della ricerca e della medicina, una sinergia efficace tra le università siciliane e gli Ordini dei medici siciliani, grazie anche alle ‘sanita’ mediterranee consorziate nel Comem, ma anche con il coinvolgimento di tutte le associazioni che vogliono offrire il loro contributo”. Unità d’intenti con Toti Amato e Mohammed Bekkat Berkani, che ha ringraziato la Sicilia per una generosità che parte da lontano, ricordando l’accoglienza delle migliaia di migranti fuggiti dalle rivolte e dalle guerre in momenti di emergenza umanitaria.

Il Comem, ha spiegato Amato (già designato alla prossima presidenza del consorzio) “è nato come una struttura ‘motore’ di pace e di osservazione sulla salute nel Mediterraneo, ma le difficili condizioni di questi Paesi hanno reso difficile il dialogo e il supporto di assistenza sanitaria prefissati. Oggi si riparte con gli stessi obiettivi, ma più forti, con un programma condiviso anche con le istituzioni regionali”.

Il consorzio euromediterraneo, istituito nel 2006 a Palermo grazie all’iniziativa di Amato, riunisce i medici di 15 Paesi: Grecia, Albania, Slovenia, Italia, Francia Spagna Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Giordania, Libano; Egitto e Siria come osservatori.