È stato un Natale nuovo per l’Università degli studi di Palermo e per i suoi dipendenti quello che è appena trascorso.

Il secondo marcato Micari, dal momento del suo insediamento (è stato eletto a novembre 2015), ma il primo nel quale il clima è ormai quello definitivamente orientato dal nuovo rettore che lavora per segnare, in ogni occasione possibile, la discontinuità con la gestione precedente.

È un rettore determinato Fabrizio Micari. Deciso a segnare il terreno universitario con la sua azione anche se forse un po’ troppo attento a marcare il perimetro di quello che appartiene a lui ed alle sue decisioni e non al suo predecessore.

Ha cambiato tutto Micari, o quasi. Senza troppo badare a ciò che andava bene ed a ciò che bene non andava. Badando di più alla paternità di certe situazioni che non ai risultati raggiunti. Certamente attento a disseminare uno stile di direzione in controtendenza con quello del suo predecessore.

Da un lato il “vecchio” Lagalla con la gestione politica dell’ateneo di marca vetero democristiana. Dall’altro lato il Micari della gestione corrente. Autoritario più che autorevole. Scorbutico e per nulla orientato a mantenere i rapporti vivi anche con i suoi avversari, o semplicemente con chi non lo ho votato e sostenuto. Ed ecco che in poco più di un anno si è visto mettere in opera un vero e proprio repulisti tattico tutto ai danni dei vecchi “amici” di Lagalla che hanno forse il torto di essergli stati fedeli e di non essere saltati sul carro del vincitore senza disconoscere ciò che è stato di buono nella precedente gestione.

Così quest’anno le Vie dei Tesori, la manifestazione nata sotto le insegne di Lagalla divenuta un successo internazionale, non hanno visto lo Steri, sede del rettorato, tra i luoghi accessibili per migliaia di turisti e palermitani.

Ed ecco che l’apertura dell’anno accademico si tiene al Teatro Massimo di Palermo e non all’interno dell’ateneo universitario, quasi a voler suggellare la vicinanza dell’ateneo stesso all’amministrazione Orlando più che alla città.

Ed ancora le azioni disciplinari indirizzate senza motivi cristallini verso destinazioni chiare però. Si racconta a proposito di dipendenti e funzionari con oltre trent’anni di esperienza reduci da incontri individuali nella stanza del ‘magnifico’ Micari uscire con le lacrime agli occhi, umiliati e sotto pressione per le urla subite associate ad accuse incomprensibili quando irricevibili in alcuni casi. Qualcuno pare stia anche valutando di reagire attivando azioni legali per difendersi. Al momento però oltre Il clima deteriore nulla di formale pare abbia avuto ancora luogo.

Certo Micari è in pista e si dà da fare. Probabilmente riuscirà a definire la sua impronta all’ateneo dopo quella gestione Lagalla a cui tutti riconoscevano autorevolezza e capacità manageriale. Anche i suoi avversari. Per Palermo e per la sua università non resta che confidare che l’azione direzionale, insieme allo stile, riprendano vigore credibile.

Certo anche quello che è accaduto sul versante della comunicazione con le polemiche intorno al blog younipa.it, una delle cose buone e di interesse messe in piedi da Lagalla poi cancellate dalla nuova gestione, lascia intendere ancora una volta che Micari vede tutto diversamente da chi lo ha preceduto e lo ha anche sostenuto per la sua elezione. E lo comunica a modo suo.