Faceva caldo proprio come oggi il 28 luglio di 32 anni fa quando la mafia uccise a Santa Flavia Beppe Montana. Non aveva ancora 34 anni.
Oggi sul luogo dell’eccidio, la Questura di Palermo lo ha commemorato con la deposizione di un cuscino di fiori.

A ricordarlo, con un post su Facebook, anche il presidente del Senato, Pietro Grasso.
“Il mese di luglio è purtroppo colmo di tristi anniversari. Era il 1985, la tensione in Sicilia era alle stelle: la mafia decise di colpire Beppe Montana, eccezionale dirigente della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Montana – racconta Grasso – insieme al suo grande amico Ninni Cassarà, non aveva alcuna intenzione di dare tregua a ‘cosa nostra’ e la incalzava con tutti gli strumenti a disposizione, riuscendo ad arrestare numerosi latitanti: la sua tenacia e il suo talento facevano paura, per questo bisognava ucciderlo. Ogni ragazzo o ragazza che desidera indossare la divisa della Polizia di Stato dovrebbe conoscerne la storia: scoprirà un cristallino esempio di coraggio, dedizione e professionalità”.

Beppe Montana aveva collaborato anche con il giudice Rocco Chinnici. Dopo la sua morte aveva dicchiarato: “A Palermo siamo poco più d’una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà.

Tre giorni prima di essere assassinato, Beppe Montana aveva arrestato otto uomini di Michele Greco, lo storico capomafia detto ‘il Papa’.