Si difende, piange, racconta la sua vita, poi contrattacca e addita il suo assessore alle infrastrutture, Giovanni Pistorio, responsabile almeno personalmente nei suoi confronti e politicamente se non lo è penalmente.

Si conclude così come si è svolto il mandato di Presidente della Regione Rosario Crocetta. Si conclude in tribunale con Crocetta che prima entra mesto poi esce battagliero. Si conclude perché probabilmente sarà questa l’ultima immagini che ricorderemo di questi 5 anni di governo della Sicilia anche se restano ancora 5 mesi di colpi di scena.

Crocetta, indagato per concorso in corruzione, è arrivato ieri pomeriggio poco dopo le 16 a palazzo di giustizia con il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ed è rimasto quattro ore nella stanza con i magistrati dell’inchiesta ‘Mare Monstrum’ sul sistema Morace. Un interrogatorio lungo quanto quello dei tre arrestati, ne più ne meno.

Prima di lui era stata sentita l’ex sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari dimessasi per questa inchiesta e che ha restituito ai magistrati l’orologio rolex ricevuto in regalo a Natale che viene indicato come contropartita per aver appoggiato un provvedimento legislativo gradito all’armatore Morace.

Crocetta ha confermato di aver chiesto veramente il prolungamento dei collegamenti con le isola Eolie ma ha negato che la cosa fosse in qualche modo collegata con il contributo da 5 mila euro rilasciato da Morace al suo movimento Riparte Sicilia. Lo ha fatto perché riteneva assurdo che le corse diminuissero già il 3 settembre. Il mediatore di quel contributo, secondo i magistrati, fu il presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro.

Ma poi Crocetta ha parlato anche della sua vita privata, del presunto innamoramento per un abitante di Filicudi, delle difficoltà di vivere da gay dichiarato a Gela e così via. una vera e propria ‘scena made’ durante la quale pare che a tratti abbia anche pianto.

Di tutte queste vicende personali poi sostiene che non hanno nulla a che vedere con l’inchiesta e annuncia querele nei confronti dei 5 stele che le hanno usate per chiederne le dimissioni, in particolare nei confronti di Giancarlo Cancelleri.

Ritemprato dall’interrogatorio piuttosto che sfinito, ora guarda alle intercettazioni e alle cose che di lui hanno detto in tanti. Il primo che potrebbe farne le spese potrebbe essere Giovanni Pistorio, l’assessore alle Infrastrutture che che Crocetta ha in mente di sostituire. La questione non è di tipo penale ed è poco politica, piuttosto si tratta di lesa maestà. Insomma il Presidente sembra intenzionato a non tenere in giunta chi, sia pure in conversazioni private che non sapeva intercettate, lo avrebbe offeso e maltrattato senza neanche chiedere scusa quando le conversazioni sono diventate pubbliche per effetto dell’inchiesta

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