Diciottomila. Tanti sarebbero, secondo una stima effettuata per difetto, i tunisini residenti in Sicilia che avrebbero acquisito, negli anni, il diritto al voto. Complessivamente i siciliani nati in Tunisia sarebbero 40mila. Una comunità molto forte alla quale guarda con interesse da sempre il presidente della regione Rosario Crocetta.

Proprio il voto dei 18 mila tunisini di Sicilia sarebbe più che rilevante e nessuno dei possibili candidati alla Presidenza della regione sarebbe in grado di intercettarlo. una quota importante di voti che potrebbe perfino fare la differenza, a seconda di come andranno le prossime elezioni.

la premesse è obbligatoria per capire cosa sta succedendo in queste ore e in questi giorni o meglio fra la fine della scorsa settimana e l’inizio di quella in corso. Crocetta, infatti, è tornato in Tunisia per una serie di incontri d’affari.

La Sicilia e la Tunisia, infatti, sono tornate ad avvicinarsi come ben spiega il Sole 24 ore. Le relazioni sono tali da far crescere gkli interessi imprenditoriali tunisini in Sicilia. In particolare gli investimenti arrivano da quell’area vicina a Mohsen Marzouk, ex stretto collaboratore dell’attuale presidente della Repubblica e oggi leader del partito “Il progetto” e dell’opposizione. Il cinquantenne leader dell’opposizione, scrive proprio il Sole24ore, studia da capo dello Stato e non ne fa certo mistero. Marzouk ha dalla sua parte un gruppo di imprenditori che rappresentano la parte più danneggiata dalla violenza islamista e dal diffondersi della paura: lavorano nei settori del turismo, dell’agroalimentare, del tessile. Sono gli stessi che stanno tessendo la tela dei rapporti con la Sicilia e tra loro c’è chi ha pianificato investimenti a Palermo: chi per acquistare alberghi, chi invece per acquistare il pastificio Tomasello che si trova a Casteldaccia nel palermitano. L’obiettivo sembra essere quello di accreditare un Tunisia libera, laica e sicura.

Operazioni che vanno avanti in parallelo con gli scambi politici e culturali con la Sicilia nell’ambito di quella che appare una strategia più ampia messa a punto in vista delle elezioni politiche tunisine che si terranno tra un paio d’anni: in Sicilia vivono, secondo stime, almeno 40mila tunisini e appunto 18mila secondo il giornale economico hanno diritto al voto.

Ed ecco spiegata la missione tunisina del presidente della Regione. Ad Hammamet domenica pomeriggio per circa tre ore si sono confrontate 40 aziende tunisine e 15 siciliane: settori interessati sono agroalimentare, turistico, immobiliare, arredi alberghieri, abbigliamento, calzaturiero, energia, portuale, terziario. All’incontro ha partecipato il direttore generale ed i manager della zona franca di Zarzis, nel Governatorato di Médenine al Sud-Est della Tunisia.

Rapporti istituzionali e rapporti commerciali fra Sicilia e Tunisia sono due aspetti dei tanti che è possibile riscontrare in questo rinnovato scambio il cui regista è Sami Ben-Abdelaali, cittadino italo-tunisino, da pochi giorni nominato da Crocetta al vertice dell’Ircac, l’Istituto regionale per il credito alle cooperative.

E a settembre, proprio a ridosso della tornata elettorale per le regionali in Sicilia, la nostra isola ospiterà la festa siculo tunisina. Tre giorni importanti che possono valere lameno 18 mila voti e forse anche molti di più.