Omissione di atti d’ufficio e attentato alla sicurezza dei trasporti per non essere intervenuti sulla frana di Caltavuturo che era attiva già da nove anni quando causò il cedimento del viadotto Himera lunga la autostrada A 19 Palermo – Catania. Dovranno rispondere di queste ipotesi di reato Calogero Foti, dirigente generale della protezione civile regionale, Calogero Lanza, ex sindaco di Caltavuturo, Mariano Sireci, responsabile della protezione civile di Caltavuturo, Salvatore Muscarella e Giuseppe Siragusa, dipendenti Anas. Il gip di Termini Imerese Stefania Gallì ne ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 21 marzo.  Inoltre il giudice per l’udienza preliminare ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Anas per le posizioni di Lanza, Sireci e Foti mentre ha respinto quella della sais autostrasporti che si diceva danneggiata dall’uso dei percorsi alternativi

L’autostrada A-19 era aperta al traffico quando, intorno alle 17 del 10 aprile 2015, una frana fece cedere uno dei piloni e il viadotto si piegò in due. La Procura termitana si è avvalsa della consulenza tecnica di due esperti in materia di ingegneria geotecnica e geologia per la ricostruzione della dinamica del fenomeno franoso, che sarebbe partito almeno dal marzo 2006. Secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state le condotte omissive dei cinque responsabili a causare il cedimento che sis arebbe potuto evitare.

Dopo il cedimento del pilone, l’autostrada rimase chiusa in quel tratto per molti mesi, creando molti disagi agli automobilisti. Poi l’Anas realizzò una bretella autostradale ancor aoggi percorsa da chi si trova a utilizzare quella autostrada mentre non c’è ancora traccia della ricostruzione dei viadotto che costerà 11 milioni e per la quale è stato pubblicato un bando

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