“Non ho polemizzato con Leoluca Orlando durante tutta la campagna elettorale, nonostante le sue pesanti e cattive insinuazioni. Ma il sindaco continua con le sue mistificanti esternazioni nei miei confronti, dimostrando l’arroganza di chi non sa vincere. La virtù più grande di un leader è saper essere umile nella vittoria. Non è il caso di Orlando, leader nella mistificazione”. Lo scrive in una lunga nota l’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro.

L’ex governatore comincia dalla famosa trasmissione su Libero Grassi condotta da Maurizio Costanzo e Michele Santoro nel 1991 a cui partecipavano Leoluca Orlando, Claudio Fava e Giovanni Falcone. Cuffaro sedeva fra il pubblico e gli fu data la parola: “Lo ammetto – scrive oggi – fui oltremodo focoso; ma certamente non attaccai il giudice Giovanni Falcone, che invece fu proprio Orlando ad accusare. Ma lui e i suoi fidi compagni del tempo mistificarono, facendo credere che fossi stato io ad attaccare Falcone. Ci sono volute alcune sentenze di tribunali, ai quali mi sono rivolto, per ristabilire la verità”.

“Oggi – prosegue Cuffaro – con la desecretazione dei verbali della Commissione antimafia, sono le stesse dichiarazioni di Falcone che fanno chiarezza su chi già sin da allora aveva portato dentro il Comune gli interessi politici, economici e mafiosi di Vito Ciancimino e dei suoi amici. Con Orlando sindaco, Ciancimino continuava a imperare nel sistema degli appalti”.

L’ex presidente della Regione si sofferma poi sulla situazione attuale: “Leoluca Orlando, ancora adesso, dopo venticinque anni continua a mistificare e a distorcere i fatti, strumentalizzando il mio nome e la mia storia per ‘mascariare’ Fabrizio (Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo sconfitto alle amministrative di domenica scorsa, ndr). Può un sindaco e politico così onnipotente preoccuparsi di un insignificante ex detenuto e dei suoi pochi amici rimasti, lui che ha tra le sue liste la stragrande maggioranza dei ‘cuffariani’, molti dei quali in posti di potere?”

Cuffaro conclude smarcandosi: “E’ falso che io in questa tornata elettorale sia stato un regista occulto e uno stratega: ho soltanto ritenuto Ferrandelli l’uomo giusto per amministrare. Mi sono limitato a indicarlo a qualche amico come un potenziale primo cittadino in grado di riscattare Palermo. Auguro al sindaco buon lavoro: pensi finalmente ad amministrare”.

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