“Una corretta gestione della risorsa idrica impone che l’approvvigionamento tramite le dighe sia effettuato solo in casi eccezionali e non come prima fonte. Con questa logica sono stati realizzati i numerosi impianti di sollevamento lungo i fiumi, infrastrutture che sono costate moltissimo e che non sono utilizzate in alcun modo. Il risultato di questa disfunzione è oggi sotto gli occhi di tutti e peserà sui cittadini”. Lo dichiara Giovanni Musso, segretario generale della Femca Cisl Palermo Trapani, che elenca i punti di prelievo lungo i fiumi, da cui oggi non si attinge acqua. “Un impianto è lungo il fiume Himera dove c’è anche un potabilizzatore- dichiara Musso – uno sul Monte Tesoro/ Risalaimi lungo il fiume Eleuterio, uno lungo il fiume Iato (impianto di Madonna del Ponte), uno lungo il fiume Oreto (Impianto di Santa Caterina)”.

Secondo il segretario Femca Cisl Palermo Trapani, “questi impianti andrebbero utilizzati nel periodo invernale, quando i fiumi hanno una portata
d’acqua di rilievo mentre le dighe nei periodi di secca”. “L’Amap – aggiunge Musso – ha deciso di non impiegare questi punti di prelievo,
nonostante i costosissimi impianti, preferendo il sistema delle dighe con tutto quello che ne consegue”. “Da anni – conclude Musso – mettiamo in evidenza la cattiva gestione della risorsa idrica e invochiamo una riorganizzazione aziendale, tesa a far funzionare meglio l’Amap e quindi a garantire un servizio efficiente per i cittadini. Oggi l’emergenza è alle porte e ancora non è chiaro come si intenda gestirla, dato che a un lato leggiamo di un piano per il
razionamento che starebbe per partire e contestualmente leggiamo di smentite sul suo avvio”.

“Troviamo paradossale – afferma Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani – che dopo oltre un anno e mezzo in cui Palermo vive con l’incubo dell’emergenza idrica, si debba giungere a questa crisi, praticamente annunciata, per intervenire e programmare lavori sulle condotte che dovevano essere eseguiti tanto tempo fa. Le risorse scarseggiano da anni, e chi ne aveva la responsabilità non ha provveduto a pianificare un uso più
parsimonioso”.

“Ora – prosegue La Piana – per stabilire la turnazione si attende il commissario come soluzione a tutti gli anni di gestione disattenta da parte dell’Amap, mentre il Comune già da anni avrebbe dovuto avviare un uso dell’acqua più adeguato alle reali condizioni degli invasi e delle condotte”. “Ci chiediamo, inoltre, che risultati abbia dato finora la necessaria attività di ricerca delle perdite nelle condotte idriche, che avrebbe evitato gli sprechi”.

“A pesare – conclude La Piana – è dunque anche l’incertezza sul futuro dell’azienda, di fatto il Gestore unico su tutto il territorio di Palermo compresa la provincia, non è mai stato creato, alcuni comuni continuano a fare da soli, generando così una enorme confusione che grava sui servizi. Serve una maggiore chiarezza normativa sul riordino dei servizi idrici in Sicilia”.