Emergenza povertà in Italia, dal 1 gennaio 2018 diventerà operativo nel nostro Paese il REI, lo strumento permanente di lotta alla povertà fondato sul sostegno al reddito e sull’inclusione. Soddisfazione da parte della Fondazione Ebbene, organizzazione made in Sicily aderente all’Alleanza Contro La Povertà, cartello di enti della società civile nato proprio perché anche l’Italia si dotasse di un Piano e di uno Strumento nazionale e universale contro la povertà.

“ Il REI – spiega Edoardo Barbarossa Presidente di Fondazione Ebbene – è una misura che finalmente allinea l’Italia agli standard europei. La sua operatività conclude un percorso che ha visto Fondazione Ebbene sostenere con grande impegno e convinzione le richieste avanzate da Alleanza Contro la Povertà perchè diventasse operativo uno strumento nazionale stabile e universale di aiuto ai più bisognosi”.

Il Rei, che consisterà in un sussidio mensile tra i 190 e i 485 euro erogato per un massimo di 18 mesi – rinnovabili dopo sei mesi di pausa, verrà alimentato dal “Fondo Povertà” che riserverà 20 milioni di euro all’anno per la lotta alla povertà estrema ai quali si aggiungono i 50 milioni di euro per due anni che i Comuni e le Regioni riceveranno dal Ministero a partire dal mese di settembre per sostenere politiche innovative per le persone senza dimora.

Tra le criticità emerge certamente l’esiguità dei fondi messi a disposizione che – chiarisce Barbarossa – “non riusciranno a coprire l’intero fabbisogno e si andrà incontro ad una inevitabile selezione delle famiglie dando priorità ai nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni”. Soprattutto, non sarà in questa fase – come invece richiesto dall’Alleanza contro la povertà – uno strumento di contrasto alla povertà estrema, tanto quella di chi vive in strada, quanto quella determinata da eventi sociali (perdita del lavoro, perdita della casa, …)
L’elemento che può rendere il REI uno strumento veramente efficace – Prosegue Barbarossa – è certamente il “progetto personalizzato” di inclusione sociale che dovrà coinvolgere obbligatoriamente coloro i quali beneficeranno del contributo. La previsione di strumenti che consentano la fuoriuscita dal circuito della povertà può fare la differenza permettendo di abbandonare la logia del “sussidio”.

Su questo elemento e sulla collaborazione tra pubblico e privato, Fondazione Ebbene presterà grande attenzione, per evitare che si ripresentino le criticità della sperimentazione siciliana della “carta Acquisti”, strumento utilizzato a Catania e Palermo in qualità di città Pilota, che avrebbe dovuto prevedere – analogamente al REI – la realizzazione di percorsi personalizzati d’inclusione sociale che – a somme fatte – spesso non sono stati nemmeno avviati o, a causa del ritardo nella loro attuazione, hanno prodotto scarsi risultati.

Un fenomeno che, purtroppo, si sta ripetendo con la sperimentazione del S.I.A. – Sostegno per l’inclusione Attiva, per l’incapacità dei Distretti socio-sanitari di impiegare le corpose risorse messe a disposizione dal PON Inclusione proprio per garantire ai beneficiari misure di accompagnamento verso l’autonomia.

Il REI, se correttamente attuato, può costituire per la Sicilia una grossa opportunità di rafforzamento dei servizi a sostegno dei più fragili – anche in termini di innovazione – , determinante sarà in tal senso il colloquio e la collaborazione pubblico privata. Il Decreto istituisce infatti la “Rete della protezione e dell’inclusione sociale”, presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. Una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, articolata in tavoli regionali e territoriali che potrà usufruire – almeno nelle regioni in cui Fondazione Ebbene opera – dell’esperienza acquisita dalla nostra organizzazione negli ultimi 5 anni.

La Fondazione Èbbene è una fondazione di partecipazione che si occupa di interventi di prossimità rivolti alle Comunità locali, con un approccio attento alle istanze di soggetti fragili, aziende ed Istituzioni realizzando attività di servizio e di solidarietà sociale.

Èbbene nasce nel 2012 in Sicilia e si diffonde anche in Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Campania, e Calabria come strumento di rigenerazione delle politiche di welfare mettendo al centro della sua mission le comunità, i cittadini che le animano, i loro bisogni ma anche le loro potenzialità e talenti. A fronte di un sistema Istituzionale che non riesce a colmare la domanda di servizi, ma, soprattutto, la domanda di futuro della “Terza Società”, Ebbene ha ideato un sistema circolare di sostegno che valorizzi l’uomo e i luoghi in cui vive, finalizzando in particolar modo il proprio intervento all’inclusione sociale, economica e culturale. La strategia è quella della circolarità e della mutualità attuata attraverso reti territoriali d’intervento che, mosse e promosse con e per i cittadini partendo dai Centri di Prossimità, mettono insieme tutte le opportunità che sinergicamente i cittadini, il privato sociale organizzato e le Istituzioni possono mettere in campo