Trema l’Ateneo di Palermo. Almeno chi sa di essere in qualche modo collegato ai falsi esami finiti nel mirino della procura di palermo. Le carte, infatti, arrivano all’università ed il rettore fabrizio Micari ha deciso di esaminarle nel dettaglio E ora scattano i primi provvedimenti. Il Senato accademico, scrive il giornale ‘La Repubblica’, ha già revocato una laurea in Economia. E altre tre stanno per essere cancellate.

Secondo l’inchiesta alcune materie sarebbero state conseguite solo sulla carta, grazie al provvidenziale intervento dell’allora responsabile della segreteria della facoltà di Economia, Adriana Paola Cardella, che dopo l’ indagine della squadra mobile è stata licenziata.

“Faremo pulizia, ma con molta attenzione – dice Micari sempre al giornale -“. L’ annullamento, per alcuni esami superati illegalmente, ha effetti pesantissimi: la cancellazione dell’ iscrizione a un ordine professionale, la perdita di un posto di lavoro.

Chi ha conseguito lauree illegittimamente ha, però, una via d’uscita: .una nuova iscrizione in facoltà, per conseguire in maniera regolare le materie contestate.

Dalle prime analisi sulle carte inviate dalla procura sembra che siano una quarantina le lauree a rischio, venti quelle segnalate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Amelia Luise, altre individuate dalla stessa Università dopo un’ indagine interna. Nel mirino non c’è solo la facoltà di Economia, ma anche quelle di Architettura e di Ingegneria. Perché fra il 2007 e il 2010 c’ era un vero e proprio racket degli esami.

Tutto ebbe inizio da una lite fra uno studente e un funzionario dell’università sedata a fatica da una volante. Mesi dopo, Paola Cardella confessò ai suoi superiori l’imbroglio e andò in pensione. Lei confessa la responsabilità solo di pochi casi e così nel mirino finiscono altri impiegati della segreteria di Economia, Rosalba Volpicelli e Ignazio Giulietto. Con loro sono a giudizio venti studenti.

Ma l’inchiesta non ha tolto il coperchio a tutto il sistema. Restano da identificare altri responsabili il cui ruolo è emerso durante l’inchiesta ma non i nomi.

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