La scelta che non ti aspetti. Il giornalista Fabio de Pasquale, fino a qualche settimana fa portavoce del Presidente dell’ars Giovanni Ardizzone, ex Udc e centristi per l’Europa, esce da Palazzo dei Normanni e rientra a Palazzo d’Orleans dove era stato già in precedenza nell’ufficio stampa della Presidenza della regione cancellato con un colpo di spugna da Rosario Crocetta al suo insediamento (dopo oltre 30 anni).

La scelta di De Pasquale è una sorpresa. Ci si attendevano altri nomi ma così non è stato. La comunicazione del Presidente della Regione non sarà guidata dal giornalista Francesco Lamiani che lo ha seguito durante la campagna elettorale (ex direttore ed ex vice direttore di questo giornale) e neanche dalla giornalista Loredana Passarello già addetto stampa di Musumeci quando era presidente della Commissione regionale Antimafia nella scorsa legislatura.

La decisione di ricorrere ad un Portavoce era stata in qualche modo annunciata da Musumeci (senza fare nomi) durante gli auguri di fine anno. In seguito il presidente della Regione ha tracciato la roadmap per la rinascita di un sistema di comunicazione integrato della Regione siciliana.

Tornerà a rinascere l’ufficio stampa della Presidenza improvvidamente cancellato. Lo si farà attraverso un concorso. Per dar vita alla nuova legge di  istituzione si partirà dalla norma già approvata dal Parlamento regionale nella scorsa legislatura con un emendamento all’ultima finanziaria. Quella legge è stata impugnata dalla presidenza del consiglio dei Ministri ma è già stata visionata ed è stata uno degli argomenti degli incontri fra governo regionale e governo centrale. Basteranno degli aggiustamenti e la norma potrà essere riproposta, forse già in questa finanziaria a marzo.

In seguito occorrerà svolgere tutte le procedure concorsuali. Nelle more di tutte queste procedure che potrebbero durare anche un anno e mezzo non si può lasciare la Regione senza impianti di comunicazione o affidata ai ‘messaggini’ che il presidente manda personalmente ai giornalisti.

Da qui la scelta di tornare a mettere in piedi il sistema di portavoce e consulenti. Ma, dicono dal governo, è solo una scelta provvisoria.