Fabrizio Ferrandelli. Lo conosco poco. Ne ho sentito parlare poco. Non sono di qui – né palermitano né siciliano – ma qui da qualche anno voto. Ed io il mio diritto me lo prendo e a votare ci vado. Una buona ragione, quindi, per conoscere, per saperne di più dei candidati. (leggi qui parte la corsa a sindaco di Fabrizio Ferrandelli – la prima intervista da candidato a un anno dalle dimissioni dall’Ars)

Non entro nel merito di autocandidature più o meno appropriate, di primarie più o meno opportune, di tempi di presentazione più o meno anticipati.

“Ora ci provo io!” promette/minaccia il candidato. Così, semplice semplice come se si trattasse di saltare una pozzanghera larga qualche decina di centimetri. Spunta, a colori, al centro del manifesto dove, a fare da sfondo, ci sono le facce in bianco e nero di molti sindaci palermitani dal dopoguerra ad oggi.

Un viso giovane senza il sorriso appiccicato dai bravi signori del marketing, un’espressione consapevole dell’impegnativa affermazione, uno sguardo convinto che non tradisce supponenza.

La lenzuolata di pose casuali – non proprio generose – rubate ad una normalità senza colore è solidamente appesa al titolo del programma: ora ci provo io!

E’ un programma/sfida, come deve essere una gara elettorale e come dovrebbe essere una rivincita sulla storia troppe volte mal scritta e peggio riscritta. Una dichiarazione dettata dall’ottimismo ragionevole di chi sa di avere gambe idonee a non rischiare il passo troppo corto finendo nel guado.

L’uso del verbo ‘provare’ è un buon inizio: ‘provare’ e non il ‘pensare’ di berlusconiana memoria (ghe pensi mi!). E’ anche un ottimo indizio di volontà senza arroganza, di impegno severo di fronte ad una storia a volte imbarazzante, di capacità – mi auguro – di contrapporsi alle facili ironie che la volontà di provarci evoca (malcostume amministrativo, corruzione, nepotismo, indecenti apparentamenti e quanto di indecoroso suggerisce il poter governare le leve della cosa pubblica): adesso tocca a me!

Una vita in prova sotto l’esame di un elettorato sfiduciato, malamente disincantato, negativo per esperienza, è la scommessa di Fabrizio Ferrandelli accompagnato in questo percorso ad ostacoli da un gruppo di lavoro fortemente palermitano (Strategica, agenzia di comunicazione con il giusto mix di grinta ed equilibrio), esperto in tenzoni elettorali, capace di gestire le immancabili tensioni legate alla peculiarità della comunicazione politica, oggi a Palermo.

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