Il Fondo Pensioni della Regione ha attualmente circa ottocento milioni di euro di accantonamenti realizzati con le trattenute previdenziali di tutti i dipendenti regionali assunti dopo la legge 21/86 (circa settemila500 dipendenti).

Il dato è importante perchè questo tesoretto che appartiene ai lavoratori in vista delle loro pensioni è oggi al centro di un assalto ‘all’arma bianca’. La Regione, a corto di risorse, vuole, infatti, utilizzare gli accantonamenti dei lavoratori per far fronte alle proprie esigenze. La norma che riguarda questo provvedimento è una delle poche prelevate e riportate nella legge di stabilità ‘essenziale’ (di mera sopravvivenza) che si vuole approvare fra oggi e domani

“Nella legge finanziaria 2017 il governo regionale sta provvedendo a minare gravemente la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale – denuncia il sindacato dei regionali Cobas/Codir – imponendo l’immobilizzazione di quasi il 50% dei fondi dell’Ente in beni immobili per una consistenza di circa 360 milioni di euro, senza i necessari requisiti di redditività e liquidità previsti dal regolamento. Si tratterebbe di immobili difficilmente commerciabili sul mercato e che abbisognano, invece, di almeno 50 milioni di euro di interventi di ristrutturazione e adeguamento (interventi che la Regione non ha mai fatto)”.

“Si vuole imporre al Fondo di acquisire subito beni per 177 milioni di euro appartenenti a un Fondo immobiliare (FIPRS – Previos) di cui la Regione è proprietaria al 35%, al 32,62% Trinacria Capital (Intesa, Unicredit, NATIXIS), al 32,38 % Sicilia Investimenti (Intesa e Unicredit): consentendo così anche agli altri soci privati (istituti bancari) di realizzare immediatamente a scapito del Fondo pensioni che avrebbe l’obbligo dell’acquisto. Contestualmente, si vogliono rifilare altri 177 milioni di euro di presunto valore di altri beni immobili in sostituzione delle rate da 59 milioni di euro da dovere versare al Fondo Pensioni per gli anni 2017, 2018 e 2019 come versamenti previdenziali dovuti nella qualità di datore di lavoro e derivanti dalle trattenute effettuate mese dopo mese nelle buste paga dei lavoratori”.

“Quali interessi si possono nascondere dietro questa maxi-operazione finanziaria che, se andasse in porto, distruggerebbe il Fondo Pensioni dei lavoratori regionali? – si chiedono Dario Matranga e Marcello Minio, segretari generali del Cobas/Codir, il maggiore sindacato del pubblico impiego regionale – Perché il governo regionale insiste così tanto nel portare a buon fine questa operazione di vera e propria pirateria finanziaria/previdenziale? Il Fondo Pensioni si era già espresso negativamente, attraverso i propri organismi, nei mesi scorsi sul piano degli investimenti immobiliari che adesso si vuole imporre attraverso una legge regionale chiaramente incostituzionale e che va contro lo stesso indirizzo del governo nazionale che – proprio con l’intervento di ieri del ministro del Lavoro – invita la stessa INPS a fare con urgenza il piano di disinvestimento dei beni immobiliari tanto da predisporre anche una norma di legge che aiuti ad attuare la vendita dei beni immobili”.

Ma la denuncia non termina qui “A questo quadro si aggiunga – si legge in un documento sindacale – che il governo regionale ha bloccato, di fatto, la ricostituzione del “Consiglio di indirizzo e vigilanza” già scaduto da alcuni mesi, non provvedendo a quanto previsto dalla Legge 19/2008 che assegna anche ai sindacati poteri di vigilanza sull’organizzazione e sulla gestione del fondo pensioni proprio attraverso l’organo di vigilanza”.

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