E’ la settimana della Formazione professionale per la Sicilia. O almeno così si spera. Il travagliato Avviso 3, quello che dovrebbe far ripartire i corsi, dovrebbe finalmente tornare a vedere la luce. “Se non questa settimana al massimo la prossima – dice a BlogSicilia l’assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano – e comunque contiamo di fare in modo che entro fine settembre i corsi possano partire”.

Le vicende che riguardano l’Avviso 3 sono tristemente note. E’ stato un ricorso al Tar a mettere in difficoltà l’assessorato. La semplice decisione del Tribunale amministrativo di ammettere il ricorso ha fatto sorgere dubbi agli uffici che hanno deciso di correre ai ripari revocandolo in autotutela. Non senza polemiche, naturalmente, e non senza una lunga riflessione durante la quale sono circolate le notizie più assurde spesso fomentate anche dalle riflessioni a voce alta provenienti dalla Regione.

Alla fine l’Avviso è stato revocato, e sempre l’assessore Marziano a BlogSicilia aveva annunciato che il nuovo Avviso 3 sarebbe stato pubblicato subito dopo. Sono passati quasi due mesi dalla pubblicazione di quella revoca che andò in gazzetta il 15 aprile e che era stata annunciata una settimana prima, ma ancora il nuovo avviso non c’è.

Ci sono, però, le prime notizie su come sarà. Cambiano, di fatto, di nuovo le regole della Formazione professionale in Sicilia. Il nuovo avviso, tolte tutte le norme a rischio impugnativa e che hanno portato alla revoca dell’avviso precedente, mostrerà probabilmente altre differenze. Non c’è ancora certezza assoluta ma in assessorato pensano di ‘spezzare’ in due lo stesso avviso assegnando una parte dei 167 milioni previsti all’avvio di una formazione diversa.

“Stiamo pensando di lasciare 130 milioni sull’avviso ‘tradizionale’ ed assegnarne 37 (ma la cifra è solo indicativa ndr) agli enti che sceglieranno di avviare la formazione già da quest’anno in base alle nuove regole del catalogo a sportello“.

Si tratta di una sistema che diventerà obbligatorio dal 2018 in base alle regole della Comunità europea. Gli Enti offriranno ‘allo sportello’ categoria esatte di formazione. Insomma sceglieranno per cosa formare i proprio allievi in base ad un elenco di titoli ‘rilasciabili’ e chiaramente riconoscibili in tutta Europa. In buona sostanza gli enti dovrebbero specializzarsi in alcuni settori specifici come avviene,per esempio, nelle scuole superiori italiane dove un Liceo offre corsi di classico, di scientifico o di linguistico mentre un altro istituto tecnico si occupa di formare ragionieri e così via. E gli alunni scelgono l’indirizzo. nel caso degli Enti allo ‘sportello’  sarà possibile sapere quali sono gli attestati acquisibili presso quell’ente.

Per dar vita a questa nuova formazione sarà, però, necessaria una riforma che adesso dall’assessorato si sta valutando di anticipare con questa fase sperimentale a cui affidare una quota che non superi il 20% dell’intero programma.

In direzione di questa riforma nelle scorse settimane è stato, però, fatto un altro passo. Sulla base dell’articolo 30 della legge regionale n. 8 del 17 maggio 2016 “Disposizioni per favorire l’economia. Norme in materia di personale, Disposizioni varie”, l’assessore Marziano ha approvato l’impianto metodologico e i contenuti del Repertorio delle qualificazioni della Regione Siciliana.

“Il repertorio rappresenta uno strumento flessibile e costantemente aggiornabile, fondamentale per migliorare la programmazione della formazione professionale e raccordarla con i fabbisogni del mercato del lavoro regionale e nazionale”. In parole povere si tratta dell’elenco dei titoli conseguibili, degli attestati riconoscibili ma al tempo stesso anche della rimodulazione degli standard formativi a cui gli enti devono rispondere per poter rilasciare ogni singolo titolo.

“L’adozione di un sistema di standard professionali, formativi e di certificazione delle competenze, – dice l’Assessore Bruno Marziano – è pre requisito indispensabile (determinato dalle norme nazionali in materia di apprendimento permanente) per rendere riconoscibili e spendibili le qualifiche rilasciate dal sistema della formazione professionale regionale in ambito nazionale e comunitario”.

Il Repertorio, di fatto, rappresenta il riferimento per realizzare servizi avanzati per l’individuazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite in ambito non formale e informale e quindi anche in ambiente lavorativo.

“Questi dispositivi – aggiunge Marziano- potranno incidere positivamente sull’occupabilità dei giovani e sulla possibilità di riqualificazione dei lavoratori nonché sul diritto alla mobilità territoriale ed al riconoscimento degli apprendimenti lungo tutto l’arco della vita”.

Ma il repertorio non è tutta farina del sacco della Regione siciliana. In realtà si è chiesto aiuto a regioni che sono più avanti nella riforma, come Marziano ammette “All’approvazione di questa prima versione del Repertorio  si è giunti in tempi estremamente rapidi anche grazie il protocollo di maternage stipulato con la Regione Piemonte che ha ridotto costi e tempi per l’adozione e ha garantito il collegamento immediato del Repertorio al Quadro nazionale delle qualificazioni regionali di cui al Decreto 30 giugno 2015”.

Ora gli Enti dovranno capire come funziona questa modifica e già c’è chi parla di ennesimo cambio in corsa delle regole. Ma se veramente ci sarà una fase sperimentale nell’Avviso 3 questo è ancora da determinare. Resta il fatto che dalla prossima programmazione lo standard sarà questo. Forse…

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