Norme in materia di Consorzio autostrade siciliane, disegno di legge con corsia preferenziale per stabilire, a ridosso della fine della legislatura, la fusione fra Cas e Anas per dar vita ad una nuova società partecipata regionale che sia proprietaria di tutte le strade di grande importanza dell’Isola.

Riprende da qui, dal tentativo di imporre un nuovo balzello ai siciliani attraverso il pagamento del pedaggio su ogni autostrada e strada a scorrimento veloce dell’isola, l’attività dell’Ars, il Parlamento siciliano, rimasta bloccata per circa un mese per effetto della campagna elettorale per le amministrative.

L’ordine del giorno della ‘riapertura’ dell’Assemblea prevede, alle 16, la seduta del Parlamento che, oltre alla norma per l’imposizione dei pedaggi, dovrebbe iniziare la trattazione delle altre norme del così detto ‘collegato’ alla finanziaria ovvero tutte quelle leggi di spesa che non sono state fatte con la legge di stabilità perché troppo contestate dalla stessa maggioranza oltre che dall’opposizione e che, dunque, avrebbero messo a rischio l’approvazione dell’ultimo bilancio di questa legislatura nei tempi imposti dalla legge.

Ma invece di calmarsi in questo scorcio di ‘chiusura’ dell’Ars gli animi si sono ulteriormente surriscaldati. A cominciare dai rapporti fra il Presidente della Regione e l’assessore alle Infrastrutture che questa norma ha proposto e sposato: Giovanni Pistorio.

Proprio ieri Crocetta ha utilizzato come scusa la pubblicazione di nuovi stralci di intercettazione dell’inchiesta Mare Monstrum, quella che ha portato in carcere l’armatore Morace, che ha stravolto la campagna elettorale di Trapani fino alla decisione (sempre di ieri) del candidato sindaco al ballottaggio Mimmo Fazio di lasciare e che ha portato ai domiciliari per un periodo anche il segretario particolare di Pistorio Giuseppe Montalto, per chiedere ufficialmente a Pistorio di dimettersi.

Appare evidente che il governatore ha colto la palla al balzo. Non era andata giù al Presidente della Regione la diffusione di altre intercettazioni nelle quali, parlando proprio di Crocetta, Pistorio si rivolgeva ai suoi interlocutori con frasi da caserma considerate omofobe e irrispettose. Frasi da caserma pronunciate in un contesto privato delle quali Pistorio si era personalmente e pubblicamente scusato col governatore che, però, ha continuato a rimurginare per giorni e ieri ha colto l’occasione per la pubblica cacciata dell’assessore non per motivi politici o amministrativi ma per ‘lesa maestà’ anche se diverse vorrebbe che apparissero le motivazioni.

Che Pistorio si dimetta o meno appare ininfluente nelle scelte di Crocetta che è già pronto ad affidare alla sua fedelissima eterna vice Mariella Lo Bello, l’interim delle infrastrutture.In fondo ormai restano 4 mesi e mezzo di governo che potrebbero essere anche meno in base a quando sarà fissata la data delle elezioni annunciate per il 5 novembre ma ancora non decretate

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