“Se è vero che fin dai primi giorni del suo insediamento il governo regionale è stato obbligato ad occuparsi della ‘grana rifiuti’ a causa della situazione di criticità delle discariche regionali ormai quasi al collasso e per la quale ha chiesto e ottenuto la dichiarazione di stato di emergenza, spiace constatare che nulla o quasi è stato ancora detto sulla fine degli Ato e del destino di migliaia di lavoratori che per legge devono transitare alle SRR prima ed alle società aggiudicatarie dei servizi dopo”.

A denunciarlo sono Dionisio Giordano segretario regionale Fit Cisl Ambiente e Pietro Caleca per la Uiltrasporti regionale e Giuseppe Badagliacca della Fiadel.

“Sappia il governatore Musumeci che le dotazioni organiche delle SRR, i piani d’ambito delle SRR ed i circa 250 piani di intervento dei comuni in forma singola e, o associata sono stati approvati con apposito decreto regionale; resta quindi competenza dell’assessorato regionale all’Energia e del Dipartimento regionale Rifiuti verificare se quanto stabilito nei decreti abbia poi trovato concreta attuazione nelle gare ad evidenza pubblica e nell’obbligo di transito dei lavoratori. E parliamo di gare per milioni di euro, circa 900 milioni annui che, come dimostrano le cronache quotidiane, hanno accresciuto l’interesse di aziende del malaffare, prenditori piuttosto che imprenditori”. Da qui la richiesta, “Chiediamo l’immediata ripresa del confronto sindacale con le istituzioni regionali con l’auspicio che il governo, il nuovo assessore Pierobon e il capo Dipartimento regionale Rifiuti Cocina, mettano realmente fine agli Ato a partire dal loro svuotamento con il passaggio dei lavoratori alle SRR ed alle società di gestione dei servizi”.

I tre sindacati fanno dunque l’analisi delle vicende più calde che interessano migliaia di lavoratori: “A Messina città continua a regnare l’incertezza sulle sorti di Messinambiente e dei suoi circa 490 lavoratori con la illegittima posizione dell’amministrazione comunale che andando contro quanto previsto dalla legge regionale continua a immaginare un passaggio diretto dei lavoratori da Messinambiente a Messina Servizi Bene Comune, mentre il transito dei lavoratori, per legge, prima deve avvenire alla SRR Messina area Metropolitana e poi alla società di gestione del servizio, la Messina Servizi Bene Comune, così come sancito dal decreto regionale di approvazione del piano d’intervento per Messina città”.

Ad Enna – continuano dalla Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel – si è assistito alle dimissioni del liquidatore dell’Ato Ennaeuno e del commissario straordinario di nomina regionale e intanto continuano a restare senza retribuzione da oltre 18 mesi circa 100 lavoratori con l’aggravio del mancato passaggio alle dipendenze della SRR per le inequivocabili responsabilità dei sindaci, con in testa il sindaco di Enna, che prima firma accordi sindacali anche in sede prefettizia e poi disattendono gli impegni assunti mortificando lavoratori ed istituzioni”.

E nel palermitano, “se nei Comuni delle Madonie i lavoratori sono già transitati nel rispetto della legge, prima alla SRR Palermo Provincia Est e poi alle società gestori dei servizi, risulta incomprensibile cosa possa ostacolare che queste stesse modalità si concretizzino anche negli altri comuni della provincia. Infatti – aggiungono Giordano, Caleca e Badagliacca – la quasi totalità dei lavoratori è ancora alle dipendenze degli Ato, i commissari straordinari regionali deputati a traghettare il passaggio dei lavoratori alle SRR, trovano ostacoli nelle ditte aggiudicatarie dei servizi e soprattutto nella inspiegabile complicità con le stesse da parte dei comuni, un esempio per tutti il comune di Villabate e la ditta Tech. E i 180 lavoratori “ex Coinres” ed i 270 lavoratori ex Alto Belice Ambiente, nonostante il diritto di legge di assunzione alla SRR, di fatto sono ancora senza lavoro.”.

Poi Trapani, “dove i lavoratori cosiddetti ‘ex ditta Cucchiara’ storicamente impiegati in città nel servizio di raccolta rifiuti ingombranti, seppur in diritto di legge e di contratto ed oggi anche con sentenze favorevoli passate in giudicato, continuano a restare inoccupati per quelli che a nostro modo di vedere si possono definire ‘i capricci’ della precedente amministrazione comunale e della ditta che nel frattempo era subentrata alla Ati Cucchiara, la New System Service”.

In tutta la Sicilia orientale, secondo i tre sindacati “assistiamo a continui cambi di gestione da ditta a ditta che indeboliscono i diritti e le tutele dei lavoratori: a Kalat Impianti, nel territorio di Caltagirone, nonostante gli accordi firmati in Prefettura i lavoratori sono ancora inquadrati al primo livello. Ad Acireale e Gela la ditta Teckra di Salerno continua a negare ai lavoratori il diritto al Fondo Fasda, l’assistenza sanitaria integrativa, a Siracusa la storica Igm prova ad esternalizzare servizi di igiene ambientale in favore di cooperative appositamente create, precarizzando di fatto il lavoro in un settore delicato per la salute della collettività e non rispettando il Testo Unico dell’ambiente del 2006 e il codice degli appalti del 2016”.

I tre sindacalisti concludono “Per non parlare delle tante microscopiche ditte improvvisamente comparse nel settore che privano la Sicilia di veri competitors capaci di incrementare la qualità del servizio e la pulizia dei nostri comuni: gare con ribassi anomali quasi dappertutto, RUP, Stazioni Appaltanti e burocrazia locale lapalissianamente incapaci fino a prova contraria della magistratura”.