Nessuno sa quanti siano di preciso, di certo c’è che sono tanti, tantissimi. Sono gli imboscati della sanità siciliana negli uffici amministrativi o adibiti a mansioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti. Si tratta di un piccolo esercito di ausiliari, infermieri e perfino medici, cui il M5S dichiara guerra senza mezzi termini, provando già a piazzare la bordata vincente nella prossima Finanziaria. Il gruppo parlamentare all’Ars, infatti, ha convertito un disegno di legge varato ad hoc a firma della deputata Vanessa Ferreri in un emendamento alla legge di stabilità regionale e lo ha presentato in questi giorni in commissione Salute.

“Il testo – dice la deputata – si basa su un principio tanto semplice, quanto essenziale: i dipendenti delle aziende sanitarie non possono essere adibiti a mansioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti, nel rispetto della categoria e del profilo professionale di appartenenza, secondo le previsioni legali e contrattuali vigenti. Con questa norma si intende arginare la cronica mancanza di personale nelle aziende sanitarie, da una parte recuperando il maggior numero di medici, infermieri o ausiliari possibili, dall’altra si vuole eliminare la cattiva prassi in base alla quale molti operatori sanitari, assunti nelle aziende con precise e determinate mansioni, grazie a conoscenze, raccomandazioni o rapporti di parentela con qualche personaggio in grado di incidere sulla dirigenza dell’azienda , vengono collocati negli uffici amministrativi, evitando così loro di ‘sporcarsi le mani’ in corsia”.

“Un eventuale via libera all’emendamento – dice Francesco Cappello, componente 5stelle della commissione Salute di palazzo dei Normanni – potrebbe essere un toccasana anche per i pronto soccorso, che in questi giorni sono costantemente presenti nelle cronache per disservizi e disfunzioni che in parte sono determinati anche dalla carenza di forza lavoro”.

Se il testo dovesse arenarsi prima dello sbarco a sala d’Ercole o venire bocciato in aula, il M5S non deporrà le armi.

“Assolutamente no – afferma Vanessa Ferreri – proveremo a farlo passare come ddl autonomo in questo scorcio di legislatura, e, in caso negativo, contiamo di farlo diventare legge nella prossima legislatura, non a caso la lotta agli imboscati diverrà uno dei punti qualificanti della proposta in tema di sanità del prossimo nostro programma elettorale”.

La norma all’esame di palazzo dei Normanni non riguarda, ovviamente, il personale sanitario collocato negli uffici amministrativi perché inidoneo a causa di patologie o problemi fisici certificati. “Per questi – afferma la prima firmatari del testo – si introduce però una visita medico collegiale a cadenza annuale per verificare tale inidoneità”.

Fare chiarezza sui numeri.

Quello degli imboscati in sanità è un tema dibattuto da decenni, senza successo.

“E’ un tema – afferma la Ferrei – di cui, soprattutto, non si conoscono nemmeno le reali dimensioni, visto che nemmeno le Asp hanno idea di quanto personale assunto per le corsie è finito ad archiviare documenti o a svolgere altre attività amministrative”.

Per questo il M5S ha fatto una richiesta di accesso agli atti a tutte le Asp dell’isola, chiedendo loro di ricostruire gli spostamenti del personale assunto negli anni.

“Sappiamo – dice Cappello – che non si tratta di un’operazione facile, ma solo facendo una mappa di questo personale potremmo capire le reali necessità degli ospedali, anche in funzione delle future assunzioni strombazzate da tempo dal Pd e della nuova rete ospedaliera”.