“La decisione della prefettura di Palermo di cancellare le associazione antiracket è l’occasione per aprire finalmente un dibattito serio che deve portare a nuovi provvedimenti più coerenti in tutto il territorio nazionale sulla gestione degli imprenditori che decidono di denunciare abbandonando definitivamente Cosa Nostra”.

E’ quanto chiede Francesco Billeci presidente di LiberoJato, una delle due associazioni antiracket cancellate dalla prefettura di Palermo. “L’associazione – aggiunge Billeci- ha accompagnato diversi iscritti nei processi e fatto così condannare diversi estorsori. Grazie alla sinergia con le forze dell’ordine territoriali l’associazione ha, in poco tempo, prodotto ben 35 denunce per gravi fatti estorsivi che sono oggi all’interno di importanti arresti ed operazioni come Visir, Kelevra, o il processo Vitale e che vedono decine di indagini in corso. A cause di quelle denunce ho subito danneggiamenti e minacce”.

Per il presidente Billeci ci sono due parti dello Stato che agiscono in modo incoerente. “Non è normale che la Procura della Repubblica ammetta un imprenditore al fondo speciale vittime della mafia (come per i Virga di Marineo) e che lo stesso imprenditore – che con le sue denunce nelle more ha fatto arrestare diverse personalità di spicco – subisca un sequestro di prevenzione aggiunge Billeci. Non è normale che quell’imprenditore depositi alla prima udienza le dichiarazioni di numerosi e pregevolissimi rappresentanti delle forze dell’Ordine che danno conto dell’importante apporto collaborativo nell’ambito della repressione di crimini mafiosi”.

Incomprensibile per Billeci l’atteggiamento della prefettura di Palermo nei confronti degli imprenditori Amato. “A questo proposito si può citare il caso degli Amato di Liberjato il cui padre ha scontato interamente la pena ed in conseguenza ha subito la confisca dei beni ma poi, una volta tornato libero, sospinto dai figli, ha denunciato il suo estortore costituendosi parte civile e testimoniando in aula. Tutto ciò non è normale perché lo Stato più di qualsiasi altro ente o privato non può permettersi l’incoerenza. Oggi, molto più che un tempo, o sei contro o sei con cosa nostra”.

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