I cinque presunti pusher arrestati martedì scorso a Palermo – Stefano Macaluso, Antonino Di Betta, Danilo Biancucci, Giovanni Fiorellino e Alessandro La Dolcetta – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gup Guglielmo Nicastro.

I loro avvocati non hanno fatto richieste sulla misura cautelare e quindi rimarranno in carcere. Secondo l’accusa rifornivano professionisti e personaggi della cosiddetta Palermo bene. Tra i clienti dei pusher c’era anche un magistrato in servizio ad Agrigento.

Fermato dalla polizia, prima avrebbe cercato di difendersi, utilizzando anche la sua posizione, poi avrebbe ammesso. Quello del giudice è un episodio che non è confluito nell’ordinanza di custodia cautelare, ma pur non essendogli contestati reati, gli atti sono stati mandati alla Procura generale per eventuali procedimenti disciplinari.