Non tornano i conti della Regione siciliana. Non convince le parti sociali la bozza di bilancio di previsione 2017 presentata dall’assessore Baccei mentre le opposizioni denunciano l’inesistenza di fondi inseriti in bilancio ma mai deliberati dal CIPE e che in sicilia sembrano destinati a non arrivare affatto.

Assestamento di Bilancio e linee programmatiche per la Legge di Stabilità 2017, ma anche precari degli enti locali ed ex province sono stati al centro fra l’assessore regionale all’economia, Alessandro Baccei e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone. La Cgil ha ribadito tutti i suoi dubbi sugli andamenti del quadro macro-economico e finanziario della Regione Siciliana. “Benché siano arrivate notizie rassicuranti sulle risorse finanziarie disponibili sia per l’assestamento che per l’esercizio 2017, rispetto ad ambiti importanti come la Formazione Professionale, i trasferimenti alla ex Provincie Regionali, gli interventi in favore dei disabili, quelli per i comuni dissestati e per il rinnovo dei contratti, purtroppo- dice Il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro- ancora una volta registriamo che anche questa legge di stabilità è costruita sull’emergenze e sulla precarietà ,senza un disegno di prospettiva capace di innescare un processo di sviluppo reale per la Sicilia” .

Pagliaro aggiunge: “Avremmo voluto ascoltare notizie diverse e discutere sul tipo di sviluppo al quale puntare. Da parte nostra – sottolinea- abbiamo suggerito interventi prioritari nei settori manifatturieri e produttivi che continuano a perdere inesorabilmente, ancora oggi, addetti e valore aggiunto Ad esempio i 127 milioni di risparmi sulla spesa sanitaria, che ricordiamo sono somme dei cittadini che hanno pagato in questi anni la più alta aliquota addizionale regionale Irpef d’Italia, potrebbero essere reinvestiti in questi settori. “Gli ultimi dati disponibili del nostro centro studi (Cerdfos)- dice Pagliaro- evidenziano che per ogni 100 euro di Pil siciliano il 4% proviene dall’agricoltura, il 13% dall’industria è tutto il resto (83%) dai servizi ciò significa che non bisogna più perdere tempo: è fondamentale intervenire per invertire questa pericolosissima tendenza attraverso la ricostituzione dei settori produttivi” .

Quanto all’accordo con lo Stato il sindacato ha chiesto di vedere la bozza del patto che presto diventerà decreto legislativo, riservandosi di valutare dopo averne analizzato le refluenze per la Sicilia e per la sua “Autonomia”. Quanto alle ex province “non comprendiamo – afferma Pagliaro- se la direzione assunta dal Governo resta quella intrapresa, cioè il decentramento delle competenze, oppure l’esatto opposto il totale recepimento della Delrio (fra l’altro così come stabilito nell’Accordo con lo Stato)”. Pagliaro rileva che “nel secondo caso sono i tantissimi dubbi sulla scelta di assumere i precari degli Enti Locali alla Resais trasformandola da soggetto privato a soggetto pubblico. Si tratta probabilmente- sostiene- di un altro modo per conquistare l’ennesima proroga cosa che segnala che il governo a fine legislatura invece di risolvere i problemi sceglie di galleggiare”.

Se i sindacati si occupano di personale e di precari e contestano i conti macroeconomici, le opposizioni si concentrano sui soldi che sembrano restare solo sulla carta. Sono due i deputati andati a fare i conti in tasca alla Sicilia durante un incontro a Roma, Falcone e Savona:“Abbiamo incontrato i dirigenti del CIPE, con l’obiettivo di  sbloccare circa 270 milioni di euro già previsti dalla scorsa finanziaria regionale. Si tratta di 115 milioni di euro destinati al fondo investimenti, 100 milioni per i cantieri di lavoro, 30 milioni per i liberi consorzi, 10 milioni per gli artigiani, 10 milioni per il fondo di progettazione per i comuni e altri soldi ancora. Da oltre cinque mesi il governo Crocetta risponde furbescamente alle nostre sollecitazioni sull’utilizzo di queste risorse, che darebbero una boccata d’ossigeno ai comuni, migliorerebbero la qualità della vita e creerebbero 18 mila posti di lavoro, ancorchè per tre mesi, scaricando la responsabilità sul CIPE, a dire di Palazzo d’Orleans in ritardo sull’autorizzazione di utilizzo dei fondi”.

“Ma le bugie hanno le gambe corte – aggiunge Marco Falcone – ed oggi apprendiamo che l’inadempienza è esclusivamente della Regione, in quanto nessuna proposta è arrivata sino ad ora al CIPE.  Un comportamento indecente che va severamente punito. Forza Italia chiederà l’accesso agli atti presso il dipartimento Programmazione e la convocazione urgente della commissione Bilancio. E’ arrivato il momento che chi ha delle responsabilità paghì”.