Nulla di nuovo sotto l’ombrellone. Le candidature di centrodestra e centrosinistra per le Regionali sono inchiodate agli umori interni ai partiti ed a sviluppi che al momento sembrano non profilarsi. Qualcosa, tuttavia, potrebbe accadere stamani in seguito all’incontro fra Niccolò Ghedini, Gianni Letta e Angelino Alfano che si vedranno per discutere del piano di disgelo fra Berlusconi e il suo ex delfino che poi decise di sostenere i governi di Renzi e Gentiloni.

Alla riunione dovrebbe partecipare anche Gianfranco Miccichè, perché  la questione principale resta la candidatura unitaria del centrodestra in Sicilia ma, nonostante i paletti issati dal ex Cavaliere, il tema non può non allargarsi agli scenari nazionali.

Non è un caso che Berlusconi abbia scelto Ghedini e il fidatissimo Letta per provare a tracciare un percorso indolore: sono gli uomini di cui si fida maggiormente, capaci anche di raccogliere anche gli umori dei maggiorenti di Forza Italia. Soprattutto in chiave nazionale, infatt, vari esponenti di Fi vedono con sospetto il riavvicinamento di Alfano che da par suo, cioè all’interno di Ap, deve vincere anche le resistenze di alcuni personaggi di punta più inclini a seguire il percorso imboccato con il Pd e soprattutto con Matteo Renzi (che domani sarà a Palermo).

Alla finestra ci sono un po’ tutti. Nello Musumeci, già in campo con l’appoggio di FdI, che proprio ieri attraverso il portavoce di #DB, Ruggero Razza ha teso la mano a tutti ‘centristi compresi’ ribadendo il senso civico della sua candidatura e del progetto inclusivo, quindi aperto anche a chi, pur provenendo da esperienze e scelte diverse – remote o recenti – sia disposto a sostenere la candidatura”.

C’è poi Gianpiero D’Alia che proprio con Musumeci ha un ottimo rapporto e pare osservi con attenzione la matrice civica del progetto anche se non può non tenere conto del pensiero di Pierferdinando Casini che ha bollato come ‘incomprensibile per gli elettori un ritorno a destra’ di Alfano specie ‘dopo avere collaborato per quattro anni e mezzo con tre governi di centrosinistra’.

Ad osservare, quindi, anche Roberto Lagalla che dopo la discesa in campo di venerdì scorso attende convergenze che potrebbero arrivare proprio dall’area a lui più affine, quella centrista. E sta a guardare, pur gettando lo sguardo altrove, anche il Pd siciliano che deve sapere se potrà contare o meno sull’appoggio degli alfaniani.

Intanto, nel centrosinistra, sembra sbarrata la strada che conduce alla primarie invocate ieri dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, un altro dei candidati in campo. L’ipotesi di ricorrere alla consultazione con la base sarebbe accantonata  innanzitutto per ragioni organizzative: agosto è da scartare e settembre è a ridosso del voto dei primi novembre.

Gli altri dubbi si allungano poi sulla tenuta stessa della coalizione che potrebbe subire ulteriori scossoni proprio a cause delle primarie. Tuttavia il segretario Raciti ‘non le esclude a priori’. C’è chi assicura che tutto si definirà entro ferragosto, ma conoscendo i tempi della politica e quelli dell’estate siciliana è difficile fare un pronostico.

Così come è da ‘tripla’ (per adoperare un lessico da totocalcio) smorfiare in anticipo l’incontro fra gli emissari del Cav ed Angelino Alfano. L’esito, ad ogni modo, avrà comunque degli effetti che ovviamente innescheranno delle conseguenze.