Dieci opere, tre balletti e dodici concerti all’insegna di innovazione e di curiosità, le due parole chiave della prossima stagione del Teatro Massimo. Oggi la presentazione sul palcoscenico, un evento aperto alla città nel segno della politica di inclusione e di partecipazione del Teatro. Presenti Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo; il sovrintendente Francesco Giambrone; il direttore artistico Oscar Pizzo, il direttore musicale Gabriele Ferro; l’assessore alla Cultura del Comune, Andrea Cusumano. 

All’insegna dell’innovazione l’apertura di stagione il 23 gennaio, con il Giullame Tell in francese (per la prima volta a Palermo) in occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini, riallestito dal Teatro Massimo dalla produzione originale rappresentata per la prima volta alla Royal Opera House del Covent Garden di Londra, regista Damiano Michieletto e direttore Gabriele Ferro. Debutta nel ruolo del titolo il baritono Roberto Frontali, apprezzatissimo Macbeth della scorsa stagione; accanto a lui un cast d’eccezione di cui fanno parte Nino Machaidze e Enkelejda Shkoza, anche loro a debuttare i ruoli, rispettivamente di Mathilde e di Hedwige.

“Una bellissima opera di Rossini, di rarissima esecuzione – dice il sovrintendente Francesco Giambrone – che manca da quasi sessant’anni dalle scene palermitane e che peraltro non è mai stata rappresentata a Palermo in lingua originale. La presentiamo in uno spettacolo di grande fascino visivo che uno dei più interessanti registi italiani attivo nei più prestigiosi teatri internazionali, Damiano Michieletto, ha riallestito a partire da quello visto nel 2015 al Covent Garden, musicalmente affidato al nostro direttore musicale, esperto e raffinato interprete rossiniano che guiderà un cast di altissimo livello che propone il debutto nei rispettivi ruoli di ben tre solisti protagonisti, confermando il nostro come uno dei teatri più attenti alla proposta curiosa e non routinaria. A poche settimane dal riconoscimento che il Festival di Edimburgo ha tributato al Macbeth di Verdi diretto da Emma Dante che ha inaugurato la nostra scorsa stagione, che è nato qui ed è stato costruito nei nostri laboratori, e che è stato premiato come uno degli spettacoli più interessanti e innovativi visti nella settantesima edizione del Festival, ci sembra una bella cifra progettuale questa di puntare sulla innovazione, sulla curiosità, sulla eccellenza e sulla qualità artistica della nostra proposta culturale”.

“Nell’anno in cui Palermo è Capitale italiana della Cultura e in un periodo in cui la città assume sempre di più una connotazione di meta turistica – dice Leoluca Orlando – questa stagione dalla forte connotazione internazionale ribadisce il ruolo cruciale del Teatro Massimo e lo conferma come un centro di produzione importante grazie all’impegno di tutti coloro che vi lavorano e che contribuiranno in modo determinante alla realizzazione di questo programma ambizioso, innovativo e curioso”.

Ci accingiamo anche quest’anno con grande piacere a salutare la nuova stagione della Fondazione Teatro Massimo di Palermo – dice Anthony Barbagallo, assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo – una delle maggiori realtà teatrali del mondo. Un calendario fitto di importanti appuntamenti che vedono, tra l’altro, il ritorno di Zubin Mehta con la Messa da Requiem di Verdi dopo lo straordinario successo registrato a Taormina nell’ambito della programmazione di Anfiteatro Sicilia promossa dall’assessorato che ho l’onore di guidare. Con convinto entusiasmo desidero sottolineare l’importanza che tale occasione offre coniugando in modo speciale musica, cultura, turismo e partecipazione. Uno sposalizio che realizza appieno le aspettative del pubblico e dei tanti visitatori che seguiranno gli eventi in programma”.

 

È un balletto il secondo titolo della stagione, anche questo figlio di una collaborazione internazionale: il Don Chisciotte di Ludwig Minkus in programma dal 20 al 25 febbraio, che arriva dal Teatro dell’Opera di Tbilisi, con la ripresa coreografica di Lienz Chang.

Dal 21 al 29 marzo grande appuntamento con Fra Diavolo di Daniel-François-Esprit Auber, una delle chicche della stagione – regista Giorgio Barberio Corsetti, direttore Jonathan Stockhammer – in cui per la prima volta al mondo saranno utilizzate scene realizzate con la stampante 3D, in coproduzione con l’Opera di Roma. Direttore Jonathan Stockammer. A questo spettacolo, e alla politica di innovazione del teatro, alludono gli oggetti in 3D – ironici e contemporanei – presentati oggi a simboleggiare le dieci opere in programma: la mela del Guglielmo Tell, il cappello del Rigoletto, la boccetta dell’Elisir d’amore, le porte di Barbablù, e così via, di simbolo in simbolo. Oggetti coloratissimi, realizzati dalla start up 01, che saranno venduti durante l’anno come merchandising del Teatro.

Terza opera, con debutto il 13 aprile, è I Puritani di Vincenzo Bellini, con la direzione di Jader Bignamini e la regia, le scene e i costumi di Pierluigi Pier’Alli, che vedrà tornare al Teatro Massimo la grande Nadine Sierra che debutta il ruolo di Elvira e il tenore Celso Albelo come Arturo. Un allestimento del Teatro Massimo, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Lirico di Cagliari, che apre il filone delle opere del grande repertorio, presenti in questa stagione che pur guarda all’innovazione. “I Puritani, ma anche Elisir d’amore, Cavalleria rusticana, Bohème, tutti amatissimi titoli – dice ancora il sovrintendente Giambrone – che noi riproponiamo con artisti di primissimo piano e un’attenzione a tenere equivalente il livello dei primi e dei secondi cast, compagnie alternative che offrono interpretazioni diverse ma ugualmente interessanti. Cast che vedono insieme nomi noti e giovani talentuosi”.

Il 28 aprile debutta il secondo dei tre balletti in programma, ancora una volta nel segno del contemporaneo, con il direttore Alessandro Cadario e il Corpo di Ballo del Teatro. Una trilogia di coreografi di tre generazioni diverse, l’albanese Gentian Doda (allestimento del Massimo), lo spagnolo Nacho Duato (allestimento del balletto di Bratislava), il ceco Jiří Kylián (allestimento della Semperoper di Dresda), artista oggi settantenne insignito nel 2000, a Monte Carlo, del titolo di “maggior coreografo del mondo”, direttore artistico del Nederlands Dans Theater per un quarto di secolo. Per la sua arte un ritorno al Teatro Massimo, dopo il Trittico contemporaneo dell’aprile scorso. Per il Teatro un rinnovato impegno nel segno della promozione della danza, in una cornice che vede attivi soltanto quattro corpi di ballo stabili nelle Fondazioni liriche italiane. “Tenere in piedi un corpo di ballo – aggiunge Giambrone – oggi è una precisa scelta di politica aziendale e quasi un atto di resistenza, che noi vogliamo continuare a fare”.

Il 18 maggio, Le nozze di Figaro di Mozart con la direzione di Gabriele Ferro e la regia di Chiara Muti, in coproduzione con il San Carlo di Napoli e il Petruzzelli di Bari. Uno spettacolo di impianto tradizionale già salutato da un grande successo che a Palermo vede sul palcoscenico un cast di artisti giovani e tutti molto affermati tra cui Maria Mudryak che ha appena vinto il concorso Operalia di Placido Domingo, Simone Alberghini, Alessandro Luongo, rappresentanti della nuova generazione di cantanti d’opera.

Ancora grande repertorio per Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni rappresentato insieme con Rapsodia satanica, film muto di Nino Oxilia del 1917, restaurato dalla Cineteca di Bologna e qui proiettato con le musiche originali di Mascagni eseguite dal vivo dall’Orchestra del Teatro sotto la direzione di Francesco Ivan Ciampa. Un allestimento del Teatro Massimo che debutta l’8 giugno. A ruota, il 16 giugno c’è L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti nell’allestimento del Nausica Opera Festival con la regia di Victor Garcia Sierra e le scenografie create dallo stesso regista che si ispirano alle tele del grande artista colombiano Fernardo Botero, con particolare attenzione alla serie di dipinti intitolata “Il Circo”. Debutta sul podio del Teatro Massimo il direttore Min Chung, figlio d’arte del grande direttore coreano Myung-Whun Chung.

Il 20 settembre altro grande appuntamento con la danza e questa volta con la coreografia di Carolyn Carlson, la leggendaria danzatrice e coreografa che ha segnato con la sua presenza il percorso della danza contemporanea internazionale degli ultimi trent’anni. Direttore Farhad G. Mahani, video di Bill Viola. In programma una prima rappresentazione assoluta (Wind woman, musica originale di Nicolas de Zorzi) e due prime rappresentazioni italiane (Burning, musica di Meredith Monk e If to leave is to remember, musica di Philip Glass). Un’altra occasione per il Corpo di ballo del Teatro Massimo di avvicinarsi a una grande scuola, dopo l’esperienza con la compagnia di ballo di Martha Graham di due anni fa.

Il 20 settembre è un’altra data-cardine della stagione, per il Rigoletto di Giuseppe Verdi che vedrà il debutto alla regia di un’opera lirica di John Turturro, star di capolavori hollywoodiani, con le scene di Santo Loquasto e un cast d’eccezione che vedrà tra gli altri Leo Nucci, Giorgio Berrugi, George Petean, Maria Grazia Schiavo, diretto da Stefano Ranzani. Un nuovo allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e l’Opéra de Wallonie Liège.

Il 18 novembre ancora un debutto importante, con un dittico composto da due capolavori del teatro musicale del primo Novecento, La mano felice (Die glückliche Hand) di Arnold Schönberg e Il Castello del principe Barbablù (A Kékszakállú Herceg Vára), l’opera in un atto di Béla Bartók, con la regia di Ricci/Forte, la coppia più irriverente e dirompente della scena teatrale contemporanea. Un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna, direttore Gregory Vajda.

Infine, il 13 dicembre, la Bohème di Giacomo Puccini nell’allestimento del Teatro Massimo è un omaggio alla grande tradizione lirica italiana, con la regia di Mario Pontiggia, le scene e i costumi di Francesco Zito, le luci di Bruno Ciulli. Daniel Oren sul podio, un cast stellare che va da grandi nomi internazionali come quelli di Marina Rebeka e Rodolfo Matthew Polenzani a Valeria Sepe e Vincenzo Costanzo che hanno già cantato Bohème con grande successo. Nel terzo cast, la palermitana Roberta Mantegna che ha recentemente debuttato il ruolo di Maria Stuarda a Roma e Iva Ayon Rivas, giovanissimo peruviano di straordinario talento.

Abbonamenti

I rinnovi degli abbonamenti con prelazione saranno possibili dal 15 settembre al 15 ottobre, ma quest’anno per la prima volta (dal 17 al 22 ottobre) il Teatro dedicherà una settimana agli abbonati, che potranno – se vorranno – modificare i loro posti. Apertura ai nuovi abbonamenti dal 24 ottobre al 10 dicembre. Dal 12 dicembre saranno in vendita i biglietti dei singoli abbonamenti della stagione.

Un abbonamento costa circa il 45 per cento in meno del totale dei biglietti degli spettacoli che comprende.

I turni sono gli stessi dell’anno scorso, ma con alcuni nuovi vantaggi. Nasce un Turno Opera (ex turno S1) dedicato agli amanti della lirica, che comprende soltanto le opere. Anche quest’anno torna il turno Plus, con le prime e i concerti.

Grandi vantaggi per gli under 35, che potranno abbonarsi con lo sconto del 60 per cento alle prime e con lo sconto dei 50 ai concerti. Confermata anche la possibilità di rateizzare l’abbonamento. Quest’anno, per la prima volta, è possibile abbona