“Quando tu ti avvali degli impresentabili per provare a batterci diventi impresentabile. Berlusconi sono venti anni che parla di Piano Marshall per la Sicilia, di rivoluzione liberale, io non credo sia più credibile”.

Luigi Di Maio a Palermo tiene banco girando a piedi e in bicicletta per il centro città. Grillo chiude la campagna elettorale alle 21 ma prima ancora del comizio è una escalation pentastellata nel capoluogo siciliano.

Sono convinti di farcela gli uomini e le donne del Movimento e mentre vanno in giro insieme a Davide Casaleggio rispondono a varie domande e a provocazioni tanto dei giornalisti quanto dei passanti. “Il 51% è complicato? Lo so – dice il candidato presidente Giancarlo Cancelleri – Ma noi ci rivolgeremo con un pacchetto di proposte e tutte le persone che ci stanno le potranno votare. Ma noi non spartiamo poltrone o posti”.

“Il giorno 7 conoscerete, se vinco, tutta la squadra degli assessori – aggiunge Cancelleri che aveva sfidato gli altri contendenti a presentarla per intero prima delle elezioni ma non è arrivato a finirla – non li ho presentati prima perché ho capito che avrei trasformato persone competenti in bersagli mobili”.


Con lui e Di Maio in bicicletta per le vie della città ci sono anche Davide Casaleggio, Alessandro Di Battista e l’assessore deisignato Giampiero Trizzino.

Per Luigi Di Maio, invece, dopo quasi due mesi passati in Sicilia è il momento di cimentarsi con il dialetto “Siciliani, picciotti, am’a votari duminica” aveva, infatti, detto partecipando alla puntata di “Un Giorno da Pecora”, su Rai Radio1. Ai conduttori del programma, che gli facevano notare come nel suo appello in siciliano Di Maio non avesse detto per chi votare alle elezioni regionali, il vice presidente della Camera ha risposto: “Non sto chiedendo necessariamente di andare a votare per Cancelleri, anche se ovviamente noi siamo di parte, ma il problema è che più aumenta l’astensione e più quelli che, addirittura, stanno in carcere e sono candidati nelle liste, diventeranno maggioranza. Gli impresentabili sono quelli che hanno lucrato sulla sanità, i trasporti i servizi dei siciliani e stanno nelle liste di Musumeci. Per questo dico ai siciliani: andate a votare, in modo tale che loro diventino una piccola minoranza, altrimenti saranno maggioranza”.

“Il 5 novembre sarà il giorno della liberazione in caso della nostra vittoria – dice ancora – La sensazione è che c’è un grande entusiasmo: sarà un referendum tra un passato che torna, con tanto di sigla di partito, e il futuro”.