Totò Cuffaro annunciato domani a Palermo alla presentazione della lista di Cantiere Popolare per Ferrandelli come spettatore, ma pur sempre presente; Raffaele Lombardo presente, invece, domenica 14 maggio a Enna alla convenction nella quale il Movimento per l’Autonomia diventerà qualcos’altro, un po’ meno partito tradizionale e un po’ più partito indipendentista.

E’ la carica degli ex Presidenti della Regione che tornano in campo. Lo fanno rimanendo un poco defilati ma neanche troppo. Se Cuffaro, infatti, sarà fra il pubblico è anche vero che voci insistenti dicono che per la presentazione della lista dell’amico Saverio Romano ha messo in campo il suo nome invitando personalmente molte persone ad intervenire. Nessuna attività politica diretta, questo sia chiaro, ma simpatie non certo nascoste né potrebbero esserlo visto che sono quelle di sempre, nei confronti degli amici di sempre.

E se Cuffaro riparte dalle amministrative, Lombardo riparte, invece, dalle regionali, forse anche perchè non c’è una consultazione imminente di rilievo nei comuni della sua area di consenso mentre Palermo è al voto l’11 giugno.

Domenica 14 ad Enna ci saranno gli amici da Gaetano Armao a Roberto Di Mauro, da Giovanni Greco ad Antonio Scavone e Pippo Compagnone ma la convenction segnerà anche il ritorno di Cateno De Luca che la politica ricorda ancora per le sue esuberanze come la protesta incatenato in mutande. Ma più di segnare nel calapino chi ci sarà è importante ricordare chi, invece, non ci sarà. Non ci sarà più un candidato che di cognome faccia Lombardo: né Raffaele né suo figlio Toti che nonostante sia deputato uscente non proverà la strada della rielezione.

Enna segnerà, invece, la fine dell’esperienza Mpa troppo legata al nome Lombardo e la probabile nascita di una nuova formazione alla quale l’ex Presidente darà una mano, darà il suo voto ma che non dovrà essere identificata con lui e con il suo volto.

Ma Cantiere Popolare a Palermo e questo ‘soggetto ignoto’ che nascerà ad Enna anche se non portano nome e volto di Cuffaro da un lato e Lombardo dall’altro sono e restano parenti stretti di entrambi gli ex presidenti che in comune non hanno soltanto l’essere cresciuti all’ombra dell’ex Ministro Calogero Mannino e di aver ricoperto il ruolo di Presidente della Regione l’uno dopo l’altro ma anche la ‘sventura’ di essere incorsi in guai giudiziari. Il primo, Cuffaro, ha pagato il suo conto con la giustizia mentre il secondo, Lombardo, ha schivato le accuse più pesanti come il concorso esterno alla mafia, subendo in appello, però, una condanna a due anni per voto di scambio con pena sospesa.

Fra i due un’altra differenza di scelte, in realtà, c’è. Il primo ha affrontato il processo da Presidente della Regione, il secondo ha lasciato Palazzo d’Orleans nel 2012 per difendersi dalle accuse. Oggi animano dall’esterno le mosse della politica in vista delle amministrative dell’11 giugno e delle regionale del 5 novembre e potrebbero trovarsi anche su fronti oppposti della barricata politica. Ma questo ce lo diranno solo le scelte di vecchi e nuovi lombardiani visto che Cuffaro il suo lato della barricata lo ha già scelto.