Nuove grane giudiziarie per Nino Dina, deputato regionale che ha militati nell’Udc e adesso transitato nel gruppo misto.

I magistrati della Procura di Palermo hanno chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di soggiorno. I pm del gruppo misure di prevenzione coordinati dal procuratore aggiunto Dino Petralia hanno chiesto l’applicazione delle misure di prevenzione alla sezione misure di prevenzione del tribunale, presieduta da Giacomo Montalbano,

La sorveglianza speciale e l’ obbligo di soggiorno, – se concessa – inibirebbe al parlamentare di continuare ad esercitare il suo mandato.

L’ udienza camerale, come scrive Repubblica, in cui verrà discussa la richiesta dei pm è già stata fissata per il prossimo 20 dicembre.

È la prima volta che una misura di prevenzione viene sollecitata nei confronti di un deputato dell’assemblea regionale siciliana.

Il corposo dossier portato dai pm a sostegno della richiesta è un compendio delle diverse indagini in cui, dal 2005 ad oggi, il nome di Dina, medico di Vicari, quattro legislature a Sala d’ Ercole con il pieno di preferenze, amico personale e compagno di strada di Totò Cuffaro per tantissimi anni, è venuto fuori.

Il perno della richiesta di misura di prevenzione a carico di Dina è l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che a settembre 2014 portò all’ arresto di cinque esponenti delle cosche di Palazzo Adriano con i quali il parlamentare regionale avrebbe intrattenuto rapporti e ricevuto sostegno elettorale.
«Cosa nostra ha votato per Nino Dina in quella zona», disse il procuratore aggiunto Agueci spiegando che però nessuna contestazione era stata mossa al parlamentare perchè la vecchia enunciazione del reato di voto di scambio politico-mafioso (poi riformato) richiedeva la prova che il politico avesse pagato in denaro il sostegno elettorale.