Una raccolta firme supportata da una vera e propria campagna sui social oltre che nei Consiglio comunali e nelle assemblee elettive con un marchio di riconoscimento “preferisco donna”. E’ solo l’ultima iniziativa delle donne in politica in Sicilia che scendono in campo contro la nuova proposta di legge di Forza Italia per l’abolizione della doppia preferenza di genere.

E la protesta non viene dall’opposizione come ci si aspetterebbe, a difesa di una legge che era stata emanamata durante l’era Crocetta. La rivolta parte dall’interno di Forza Italia e si allarga anche agli alleati prima ancora di approdare a sinistra. Una rivolta che rischia di mettere in cirsi una maggioranza che perde pezzi.

Sul bando degli imputati c’è la proposta di legge firmata dal capogruppo di Forza Italia Giuseppe Milazzo che vuole abolire la doppia preferenza di genere. Non è una offesa o una emarginazione delle donne e non vuole nemmeno essere un rigurgito maschilista dice Milazzo che spiega: “Oggi – continua Milazzo – questa norma è superata dai fatti e cioè che le donne in politica non hanno bisogno ne di ‘riserve’ ne di ‘aiutini’ perché – prosegue il Capogruppo –  hanno dimostrato grande capacità e radicamento territoriale. Affermo bensì, senza difficoltà alcuna, che lo spirito della legge attuale, viene tradito e smentito dal fatto che durante la composizione delle liste, l’obiettivo è individuare ‘donne riempilista’ funzionali al rafforzamento degli uomini, e non candidature volte alla valorizzazione e all’elezione di donne all’interno delle amministrazioni locali”.

Ma la calendarizzazione d’urgenza all’Ars pensata per far si che le prossime amministrative si votino senza preferenze di genere mette in allarme l’intero mondo politico femminile.

E parte da Forza Italia, l’assalto di Marianna Caronia che dopo aver ‘denunciato’ la norma insiste sulla sua inaccettabiulità “Non avendo io nessun passato di modella, soubrette, ballerina o di donna di spettacolo, professioni queste che, per carità, apprezzo e di cui ho il massimo rispetto, ma essendo al contrario solamente una donna, come tantissime altre, impegnata seriamente in maniera esclusiva in politica e che non ha mai goduto di alcuna corsia preferenziale e si è sempre conquistata col voto la rappresentanza nelle diverse Istituzioni, posso forse esprimere più di altre, con forza e con sdegno la mia più totale contrarietà al preannunciato DDL del collega di partito nonché capogruppo all’ ARS del partito medesimo, On. Giuseppe Milazzo, in materia di doppia preferenza di genere”.

Non un attacco da sinistra ma dall’interno della stessa Forza Italia “Non credo infatti che la finalità di questa “brillante” iniziativa sia quella di migliorare l’attuale normativa in direzione del raggiungimento di una vera parità di genere, ma sono certa invece che si vuole perseguire esattamente il contrario. Evidentemente una certa mentalità che vorrebbe relegare la donna a far la casalinga e che è costretta malvolentieri a dover accettare i tanti ruoli importanti che la donna si è conquistata nella società civile, non riesce in nessun modo ad accettare e digerire che una donna possa far politica e possa scalzare un uomo da alcune “poltrone” che ritengono essere di loro assoluto e totale proprietà e dominio”.

“Per quanto può valere, contando anche sulla solidarietà delle mie colleghe indipendentemente dalle singole appartenenze, mi opporrò con tutte le mie forze ad un ritorno a un passato, maschilista e di oscurantismo politico”.

E ieri, caso vuole presieduto proprio da Marianna Caronia per assenze multiple, il Consiglio comunale d Palermo si è espresso contro questa eventulità con trentatrè voti e un documento chiaro e netto.

Sempre ieri dal centrpo destra è arrivata una lettere aperta firmata da una donna Nci che dico un altro ‘no’ pesante a questa norma (leggi qui).

Proliferano, poi, gli interventi a sinistra. “La partecipazione delle donne ai processi decisionali riguarda tutte e tutti, nella prospettiva di una società più giusta e democratica. L’applicazione della legge – dice Giusto Catania – ha infatti segnato importanti traguardi:a Palermo, la presenza delle donne in Consiglio Comunale, da una sola eletta su cinquanta nel 1997 (il 2%), è passata oggi a dodici donne elette su quaranta (il 30%) , a fronte di una media, nelle precedenti consiliature, dell’8,5 %. Chi propone l’abolizione della doppia preferenza di genere agisce sotto la spinta di derive sessiste e maschiliste. Basta dare uno sguardo ai numeri di Forza Italia per averne conferma: dal 1997 al 2012, Fi ha portato a Palazzo delle Aquile una sola donna sui 35 consiglieri complessivamente eletti negli anni. In questa consiliatura, invece, con la doppia preferenza di genere il gruppo di Forza Italia ha eletto 2 donne su 4 consiglieri: il 50% . Un dato che dovrebbe far riflettere l’on. Milazzo, promotore del Ddl che chiede l’abrogazione della legge”

“Emerge non solo un gap culturale da parte di chi governa la Regione Siciliana, ma soprattutto un quadro desolante della gestione del centrodestra – dice Nadia Spallitta -. E’ sconfortante che queste siano le loro priorità; piuttosto che preoccuparsi con provvedimenti efficaci dei problemi reali del territorio; dall’emergenza idrica a quella sui rifiuti, all’estrema povertà, alla mancanza di infrastrutture al rischio default dei grandi comuni come Palermo, (che ha approvato un bilancio con una perdita di esercizio pari a 277 milioni circa) o della stessa Regione, invece di creare condizioni stabili di lavoro, tutelando ad esempio l’agricoltura e i prodotti tipici siciliani, questa amministrazione perde tempo con affermazioni pesanti e fuori luogo e proposte di legge praticamente inutili e contraddittorie, dal momento che la presenza delle donne in politica è strettamente collegata ad un fatto culturale. Nella fattispecie così comportandosi il centrodestra finisce con il ridurre ulteriormente quei limitati spazi faticosamente conquistati dalle donne in politica e nella società. Mi preoccupa che questa dimensione regionale così poco concludente, possa diventare addirittura dopo il voto del 4 marzo un Governo nazionale, che se queste sono le premesse, ben poco sarà in grado di risolvere per i reali problemi del paese”.

Da Cefalù il Consigliere Comunale Valeria Piazza aderisce alla protsta e lancia la raccolta di firme, sui spocial gira la petizione delle donne in politica firmata anche da molti uomini e nei consigli comunali siciliani gira il tetso dell’appello già sottoscritto a Palermo e indirizzato all’Ars.

La rivolta è iniziata e rischia di avere conseguenza rilevanti sulla maggioranza oltre a trovare una opposizione trasversale anche al momento dell’approdo in aula.

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