Doveva essere una cena tra le due famiglie prima del matrimonio, si è trasformata in una maxi rissa. Botte da orbi e querele presentate dai familiari dello sposo e della sposa.

Un addio al nubilato e al celibato movimentato per il pagamento della cena. Sul banco degli imputati, racconta il Giornale di Sicilia, sono in quattordici: sette dalla parte del futuro sposo, sette dalla parte della futura sposa. Donne e uomini che devono rispondere, a vario titolo, dei reati di rissa e lesioni.

La scazzottata si è verificata il 19 giugno 2014, nel ristorante “Oscar dei sapori” a Chiusa Sclafani, in quella che doveva essere una conviviale cena prematrimoniale tra gli Aiello e i Leone, due famiglie di Bisacquino, familiari di Lillo e di Maria Antonella, la coppia che, nonostante tutto, da lì a breve si sarebbe felicemente sposata.

La serata sembrava trascorrere nel migliore dei modi, con risate e brindisi insieme ai promessi sposi, fino al «gesto» che avrebbe fatto surriscaldare gli animi. Il padre della futura sposa, si sarebbe offerto di pagare la cena. ‘Un’offesa’ che non sarebbe stata accettata dal padre del futuro sposo.

E la discussione si è trasformata presto in una maxirissa che ha coinvolto i presenti.

Adesso per quei fatti sono finiti a processo ben 14 persone di entrambe le famiglie. Tutti sono stati citati a giudizio dal pm Luisa Vittoria Campanile e dovranno difendersi al processo che si celebrerà al Tribunale di Termini Imerese davanti al giudice monocratico Giuseppina Turrisi.

L’avvocato Massimo Aiello, che assiste ai familiari dello sposo, tende «il ramoscello d’ulivo» e come dichiara al Giornale di Sicilia, “la versione dei miei assistiti – afferma – è quella per cui gli stessi sono stati oggetto di un’aggressione da parte della famiglia Leone mentre si discuteva chi avrebbe dovuto pagare la cena. Anziché dipanarsi da lì un normale quanto colloquiale approccio, ne è nata una sorta di offesa che ha dato luogo a una vera e propria aggressione. Gli Aiello sono stati costretti a difendersi per evitare di subire lesioni peggiori di quelle che hanno subìto. Inoltre i miei assistiti ritengono di non dare corso al risarcimento, cioè non si costituiranno presumibilmente parte civile al processo, perché ritengono che la vicenda sotto il profilo risarcitorio debba avere un epilogo diverso, tenuto conto che i due fidanzati nel mentre sono diventati marito e moglie”.

Dello stesso tenore pacificatorio anche l’avvocato Pierfranco Puccio, che assiste i familiari della sposa. “Tutti i Leone e i Fontana, miei assistiti – dichiara il legale al Giornale di Sicilia –, innanzitutto hanno chiarito la propria posizione personale con la famiglia Aiello, tanto che i due ragazzi sono oggi felicemente sposati. Per quanto riguarda il reato di rissa, sosterremo in giudizio che non è applicabile, essendo da verificare la responsabilità di uno soltanto dei miei assistiti”.