Fino a sei mesi fa nell’agone della politica siciliana era una perfetta sconosciuta. Carmencita Mangano, oggi assessore regionale al welfare da sei mesi, è arrivata su quella poltrona a metà marzo con una nomina a sorpresa dopo il siluramento di Gianluca Miccichè travolto dalle polemiche legate al modo in cui aveva trattato i disabili in protesta.

La Mangano è un professionista nota a Palermo fino ad ora solo nel suo settore professionale. In passato è stata una delle animatrici della fase di start up del progetto Salute mentale donna dell’Asp di Palermo. Nella sua carriera pubblica ha lavorato anche all’ospedale Cimino di Termini Imerese, nell’ambulatorio del Dipartimento di salute mentale di Corleone-Lercara Friddi e nell’assistenza ai detenuti del carcere dell’Ucciardone di Palermo.

Nominata su indicazione dei Centristi per l’Europa di D’Alia e compagni, il suo nome finì presto sulla b0occa di tutti. Appena tre mesi dopo essersi insediata fu protagonista del grande strappo. Si rifiutò di obbedire alle indicazioni di partito che le chiedevano di dimettersi e restò in giunta con Crocetta insieme ad altri dando il via all’effetto domino che permise a molti di restare in sella e dunque al governo Crocetta di non cadere sotto il fuoco amico.

Oggi, dopo altri tre mesi, Carmencita Mangano può dire di aver fatto la scelta giusta visto che  in questi sei mesi ha lavorato, affrontato temi, risolto problemi o avviato alla soluzione alcuni dei grandi temi di questa legislatura e soprattutto ottiene il riconscimento di un fatto inatteso e può sostenere ‘avevo ragione io’ visto che Alternativa Popolare, la formazione composta dagli alfaniani e dagli stessi centristi, la candida.

Oggi lei, Carmencita Mangano, spiega quelle scelte e le difende come giuste e corrette non solo perchè il tempo le ha dato ragione ma anche perchè crede nella cifra di ‘tecnico’ che le era stata assegnata insieme all’incarico, “Lavorando in trincea come psichiatra – spiega a BlogSicilia – vengo ogni giorno a contatto con la sofferenza delle persone e nella mia professione sono venuta spesso a contatto anche con vari altri contesti culturali e sociali. Questa mia esperienza, questa piccola cassetta degli attrezzi è stata la base per fare l’assessore tecnico. Quando mi si chiese di dimettermi scelsi di mantenere la mia dimensione di ‘tecnico’ pur mantenendo anche stima e affetto nei confronti dell’onorevole D’Alia. Ci ho messo cuore e passione e ho messo tutti nelle condizioni di parlarmi, sono stata un assessore alla portata di tutti e attraverso il loro racconto abbiamo disegnato e costruito azioni e programmi”.

“Il tempo passato è stato certamete poco soprattutto in una situazione di fine mandato. Tanto abbiamo fatto e tanto abbiamo ancora da fare e per questo spero di poter andare avanti per i giovani e per gli anziani e in generale per i più deboli che sono il fulcro dell’attività di questo assessorato. Voglio e dobbiamo mettere al centro i più fagili. Giovani e lavoro ma  lavoro significa anche over 40. Dobbiamo proseguire l’attività di noi, Sicilia, al centro di una rete nazionale ed Europea all’interno della quale poter scambiare, in termini di modelli operativi e gestionali, delle risposte per tutti coloro che sono i nostri destinatari”.

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