Giovanni Carta, palermitano di nascita ma romano d’adozione, torna nella sua città natìa con lo spettacolo A testa sutta alla Sala Strehler del Teatro Biondo – domenica 8 ottobre, ore 21 – per la rassegna “Teatro Bastardo”.
Volto noto al grande pubblico per le sue performance teatrali, cinematografiche, in fiction e pubblicità, Carta si esibisce per la prima volta sul palco di un teatro palermitano con il testo di Luana Rondinelli.

Diplomatosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, da anni veste i panni di personaggi diversi scivolando dal panorama più classico e tradizionale a quello sperimentale, dividendosi tra piccolo e grande schermo, palchi nazionali, radio e teatri en plein air.

Quest’ultimo anno lo ha visto, e lo vedrà, impegnato in tv con Il paradiso delle signore 2 (Rai 1- Regia di Monica Gullo), Rocco Chinnici (Rai 1- regia di Michele Soavi con Sergio Castellitto), La mafia uccide solo d’estate, Anni 80 (Rai 1 – Regia di Luca Ribuoli).

“A testa sutta” è la commovente storia di Giovanni, un ragazzo a cui il Signore “si scurdò di darci il senso”. Con i piedi in aria e la testa in giù, “u biondo”, trasporta il pubblico nella sua vita, parlando della madre, della zia, del suo amato cugino e di Palermo. In scena tutti i personaggi, interpretati da un solo attore- nonché regista dello spettacolo – Giovanni Carta che sceglie di stare a testa sutta per avere una diversa prospettiva del mondo.

Lo spettacolo – che ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Fersen per la drammaturgia contemporanea e “Miglior performer – Festival Teatri riflessi” attribuito a Giovanni Carta – “è una storia siciliana che indubbiamente ha un valore universale e potrebbe svolgersi in qualsiasi luogo e realtà, ma la sua identità siciliana resta il suo marchio di fabbrica, il colore della sua pelle. E, per quanto lo spettatore possa trovare delle analogie con la propria realtà o con realtà a lui vicine, questa tragedia moderna sulla diversità è ineffabilmente siciliana. Perché parla in siciliano, perché ha un’anima siciliana, perché ha un cuore siciliano. E questo è uno dei suoi grandi punti di forza. Lo straordinario Giovanni Carta si fa maschera e mezzo ideale, con la sua mimica facciale e la sua irruenza poetica. Attraverso una messa in scena priva di una scenografia importante (non ne ha bisogno) punta molto sull’uso delle luci, per sottolineare lo stato d’animo dei protagonisti della sua storia, facendosi cantastorie di una favola sui vuoti della vita da colmare, sulla fratellanza e le prove a cui l’esistenza sottopone le persone apparentemente più deboli” – (Accura Teatro). Ingresso libero.