Il dirigente generale della Funzione Pubblica risponde alla protesta dei Lavoratori dei Beni culturali della regione siciliana che non percepiscono il salario per le prestazioni accessorie da 23 mesi (da gennaio 2016).

A comunicarlo sono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei Beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.

“Il mancato pagamento del salario accessorio per le prestazioni rese dai lavoratori negli ultimi 23 mesi, turnando nei notturni e nei festivi, e a tutt’ora non retribuite – dichiarano i due sindacalisti – rappresenta la violazione di un accordo contrattuale che invece da due anni ha garantito – sempre (tutte le domeniche e i festivi compresi) – l’apertura di tutti i siti museali e archeologici della Regione a fronte, anche, della rinuncia da parte dei “custodi” di una tutela di legge rispetto al divieto di superamento di un terzo dei servizi notturni e festivi nei servizi resi.”

“Auspichiamo che l’Amministrazione regionale – proseguono i sindacalisti – non continui sulla strada della violazione dell’accordo contrattuale, continuando a non retribuire le prestazioni. Invitiamo, quindi, la Regione a indire un’immediata Conferenza di servizio per rimuovere ogni eventuale ostacolo e provvedere all’immediato pagamento; in assenza di atti concreti come quello richiesto, i sindacati potranno prestarsi a un nuovo accordo contrattuale solo dopo il rispetto del precedente accordo contrattuale con la liquidazione delle spettanze dovute e con l’impossibilità – nell’immediato – di garantire servizi non previsti dalle leggi.”