“Per me è essere qui è come tornare a casa perché qui ho iniziato l’avventura per l’amministrazione di questa città. Da assessore, in queste stanze, abbiamo fatto i primi passi per liberare questa città dalla mafia. Io da qui non me ne vado, nessuno pensi che io voglia candidarmi alle europee”.

Lo ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando oggi alla presentazione delle liste del Pd nel collegio Sicilia 1.

“Nessuna città al mondo è cambiata quanto Palermo – ha proseguito – Partecipo con orgoglio al Pd sapendo che questa
città è ormai un punto di riferimento internazionale. Io non aderisco per la ‘p’ di partito ma per la ‘p’ di Palermo. Il Pd è l’unica alternativa al populismo. Io mi auguro che domani l’Italia sia come Palermo”.

Un tandem molto assortito. Il leader dei renziani siciliani Davide Faraone ha presentato oggi a Palermo i candidati del collegio Sicilia 1. Al suo fianco il sindaco Leoluca Orlando che nei giorni scorsi ha formalizzato la sua adesione al Pd e ha lanciato la candidatura di un suo fedelissimo, Fabio Giambrone. A entrambi oggi e’ stata consegnata la tessera del partito. Il traghettamento e’ compiuto. Una sorta di fotografia di questo Pd in Sicilia, sempre piu’ a trazione Faraone-Orlando.

Oggi, a sorpresa, ha annunciato la sua adesione ai dem un altro esponente storico dell’esperienza della Rete, la fotografa Letizia Battaglia. Orlando considera un “dovere rafforzare il Pd”, perche’ questo vuol dire “rafforzare Palermo e il suo progetto”.

Assente nella sede regionale del Pd il segretario siciliano Fausto Raciti. Ha molto da fare, ha spiegato Faraone. Del resto i problemi sono tanti: dalle recenti dimissioni di una parte della segreteria contro la composizione delle liste all’organizzazione dei ribelli nel movimento dei ‘Partigiani del Pd’, con l’adesione in massa – notizia di oggi – dei
dirigenti ennesi.

Soddisfatto Faraone che considera i candidati e le liste competitivi, “un valore aggiunto”; e Leoluca Orlando una
risorsa importante, “ha rappresentato in questi anni a Palermo quello che Prodi ha rappresentato per il centrosinistra”.

Archiviate le divisioni e dimenticati pure i cinque anni di opposizione nella scorsa consiliatura a Palazzo delle Aquile.

Ma, si sa, Orlando non si puo’ ingabbiare ed e’ ingombrante: e’ lui stesso ad ammetterlo con una battuta: “L’ho detto a Renzi, ‘io trasu (entro, ndr) e non si sa come finisce…'”