Le elezioni siciliane rappresentano l’ultimo test importante per tutti i partiti in vista delle politiche ma, ad oggi, al netto del Movimento Cinque Stelle che ha da tempo individuato il proprio candidato pronto ad un tour in giro per l’isola con i big Di Maio e Di Battista, centrodestra e centrosinistra sono ancora in alto mare.

Nessun nome ufficiale nè tantomeno una coalizione a sostenerlo. Ad incidere sul futuro delle alleanze è Angelino Alfano. Il leader di Ap, ‘corteggiato’ dal Pd e da Forza Italia, non scioglie ancora le riserve chiedendo un accordo che valga non solo per le regionali ma anche per le politiche.

E se i Dem non chiudono la porta, anche gli azzurri continuano il loro pressing. E’ il coordinatore di Forza Italia Gianfranco Miccichè a rompere gli indugi stoppando l’idea di convergere su Nello Musumeci (sostenuto dalla Meloni) preferendo invece un accordo con Area Popolare.

La ‘mossa’ di Miccichè, il cui obiettivo è quello di costruire una sorta di Ppe siciliano, progetto condiviso con Saverio Romano leader di cantiere popolare e mediatore tra Fi ed Angelino, rischia di mandare in frantumi la possibilità che il centrodestra si presenti unito ora che a livello nazionale arrivano i primi segnali di disgelo tra Salvini e Berlusconi.

Il leader della Lega, pur mantenendo le sue riserve su Alfano, apre alla possibilità di lavorare ad un progetto di centrodestra annunciando per settembre un incontro con Berlusconi.

Le parole del coordinatore azzurro in Sicilia, però, hanno come primo effetto quello di rialzare la tensione tra le varie ‘anime’ del centrodestra. A pretendere un chiarimento è Giorgia Meloni.

La leader di Fdi, che ha già iniziato la sua campagna elettorale in Sicilia al fianco di Musumeci, chiama in causa direttamente il Cavaliere chiedendo se anche lui condivide la linea di chi vuole “spaccare” il centrodestra preferendo Alfano. Meloni ribadisce l’indisponibilità a scendere a patti con Area Popolare nemmeno per elezioni locali.

La proposta è quella di liste civiche da concordare direttamente con Musumeci. Una pretesa che fa infuriare chi dentro Forza Italia tifa per un’intesa con l’area centrista. A finire sul banco degli imputati però è lo stesso Musumeci, reo di aver ostacolato un’intesa con Alfano invece di favorire un’aggregazione più ampia.

A questo si aggiunge la considerazione che il candidato alla presidenza della Regione sia troppo di destra per rappresentare l’area moderata.

L’intesa tra gli azzurri ed i centristi sarebbe invece a buon punto e sul piatto ci sarebbe l’offerta al leader di Ap di scegliere un suo candidato per la corsa alla guida della Sicilia. A Forza Italia andrebbe la presidenza dell’Ars, ruolo che, stando a quanto raccontano fonti azzurre, andrebbe proprio a Miccichè.

Ma, se il bottino di voti di Area Popolare potrebbe essere utile alla vittoria, lo stesso discorso pare valga per Nello Musumeci (al momento indisponibile a farsi da parte) che al di là del sostegno dei partiti gode di un suo personale bacino elettorale.

Spetterà ad Alfano sbrogliare la matassa. Il ministro degli Esteri dovrebbe fare un punto con i suoi dirigenti nei prossimi giorni per arrivare ad un punto di caduta che eviti spaccature interne al partito.

C’è chi come Dore Misuraca, ad esempio, vorrebbe chiudere un accordo con il Pd: “Non possiamo fare un’intesa con chi ci insulta e la cosa non riguarda solo Salvini e Meloni”.

“Miccichè e Musumeci tornino subito a parlarsi, in nome degli interessi della nostra terra e darle una speranza di riscatto e di crescita”. Lo chiede il senatore di Forza Italia, Renato Schifani.

“La politica dei veti eccessivi, destinata soltanto a dividere ed a non unire, costituisce -aggiunge l’esponente azzurro- un grande limite alla costituzione di alleanze responsabili cui sta a cuore il buon governo del Paese”.

“È sotto gli occhi di tutti come da tempo il nostro commissario regionale Gianfranco Miccichè sia impegnato, con il pieno sostegno di tutto il partito, a realizzare un progetto di alleanze di tutto il centrodestra vincente, come lo è stato in Liguria, Genova, ed in molte realtà locali in occasione delle ultime elezioni amministrative”.

“L’alleanza ampia alla quale sta lavorando Miccichè è specularmente analoga a quella di Orlando a Palermo, dove le diversità hanno trovato intelligente sintesi.

Le recenti ed importanti aperture di Nello Musumeci ad Alfano non devono quindi essere compromesse da veti che nessuna forza politica potrebbe effettivamente accettare, per cui auspico fortemente -conclude Schifani- che si possa tornare ad un confronto che, seppur dialettico, superi eccessi di incomprensioni ed impuntature”.

“Sono sorpreso dalla dichiarazione di Micciche’ e faccio un appello affinché si arrivi a ricercare le ragioni per tenere unito tutto il centrodestra. Per quanto riguarda l’Udc faremo ogni sforzo per raggiungere questo obiettivo unico viatico per la vittoria della Regione. Così Lorenzo Cesa segretario nazionale Udc.

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