Con una nota inviata Prefetto Antonella Miro ed al Sindaco Leoluca Orlando Confimprese ha chiesto che per le multe plurime allo stesso va applicato il principio del cumulo delle sanzioni per violazioni omogenee ed il principio educativo della sanzione cosi come alcune sentenze di Tribunale o di Giudici di pace hanno decretato.

“In questi giorni è emerso nella sua dimensione il numero delle sanzioni per la ZTL – ha dichiarato il Presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice – che spesso ha visto lo stesso soggetto vedersi notificate decine di violazioni per la stessa irregolarità compiuta più volte”.

“Palermo non è la prima città nella quale si verifica questa circostanza – continua Giovanni Felice – ma sicuramente è quella dove il fenomeno ha raggiunto vette più alte”.

“Riteniamo non vada applicata alcuna sanatoria, – insiste il Presidente di Confimprese – ma certamente si può applicare un metro univoco che si basa, cosi come diversi tribunali e Giudici di Pace hanno fatto, che tenga conto di due principi previsti dal nostro ordinamento: il cumulo tra diverse sanzioni per lo stesso reato, il principio educativo della sanzione”.

In sostanza chi aveva diritto al passaggio e non ha rinnovato l’autorizzazione e chi ha violato ripetutamente le norme di attraversamento della ZTL senza il relativo permesso, pagherebbe la prima sanzione e non le altre pervenute tra la prima sanzione e l’avvenuta notifica, in quanto quest’ultimo atto rappresenta la presa di coscienza di chi viola regola.

“Riteniamo – conclude il Presidente di Confimprese Giovanni Felice – che l’adozione univoca di questo metro di giudizio eviterebbe che chi non ha strumenti economici e di conoscenza tali da richiedere l’applicazione di tali principi sarebbe costretto a pagare mentre chi dispone di adeguate risorse potrebbe evitare io pagamento multiplo delle sanzioni”.

Auspichiamo che il soggetto sanzionatore/offeso, il Sindaco, ed il soggetto che dovrà esaminare i ricorsi, il Prefetto, concordino su una linea che tenga conto, oltre che dei principi prima citati, dell’esigenza di non alimentare tensioni sociali.