“Dal 2015 a oggi, ovvero da quando è stata firmata l’intesa governo-sindacati (con l’assessore regionale ai Beni culturali che allora era Antonio Purpura) tutti i musei regionali e le aree archeologiche in Sicilia sono rimasti sempre aperti in tutte le domeniche e i giorni festivi”.

Lo afferma il Cobas/Codir sindacato dei dipendenti regionali siciliani che prosegue “Per arrivare a questo importante risultato l’accordo ha dovuto tenere conto della disponibilità dei lavoratori a rinunciare alle tutele di legge e contrattuali che prevedono espressamente l’obbligo di non lavorare annualmente per più di un terzo dei giorni festivi”.

Fatto salve le situazione in cui sono state disposte chiusure per carenza di personale o per disposizioni dirigenziali (che non sono poche) secondo il sindacato “Tutti i lavoratori hanno mantenuto fede – con grande senso di responsabilità – all’impegno sottoscritto dalle organizzazioni sindacali con il governo regionale, consentendo un importante risultato in termini di efficienza e di funzionamento di un settore strategico che rappresenta, certamente, il volano per la crescita e lo sviluppo della nostra Regione”.

“Ma se i lavoratori e i sindacati hanno fatto la propria parte fino in fondo -. sostiene il Cobos7Codir – lo stesso non si può dire del governo e dell’Amministrazione regionale che, a oggi, non hanno ancora liquidato ai lavoratori del Dipartimento Beni Culturali quanto dovuto e pattuito dagli accordi (articolo 94 in particolare) per le prestazioni lavorative effettuate da due anni a questa parte garantendo, fra l’altro, il funzionamento e l’apertura dei musei e delle zone archeologiche in tutti i giorni domenicali e festivi”.

“Una grave mancanza verificatasi nonostante il Dipartimento Beni Culturali abbia trasmesso al Dipartimento Funzione pubblica – già l’anno scorso – gli atti relativi alle prestazioni dei lavoratori e che comprende anche il mancato pagamento del salario accessorio dell’anno 2016 e parte del salario accessorio addirittura del 2015.
Insomma, nonostante gli sforzi fatti dagli uffici e nonostante le continue pressioni sindacali per arrivare al pagamento delle spettanze a tutti i lavoratori non si è ancora prodotto il provvedimento di liquidazione di quanto dovuto dal dipartimento regionale Beni culturali da due anni a questa parte”.

Nonostante ci sia ancora molto da fare sul fronte delle apertura dei monumenti e delle zone archeologiche secondo il sindacati tutto ciò è inaccettabile e mina il percorso di cambiamento “A tutela di tutti i lavoratori interessati il Cobas-Codir indice lo stato di agitazione del personale dei Beni culturali e si riserva – qualora non si provveda a definire un percorso certo in tempi brevissimi con la comunicazione formale dei termini di pagamento di quanto dovuto – di attivare eventuali azioni di tutela legale per consentire l’incasso delle somme dovute per le prestazioni effettuate, nonché eventuali percorsi di protesta che potrebbero anche sfociare in serrate dimostrative nei giorni festivi per denunciare all’opinione pubblica l’assurda mortificazione subita da tutto il personale dei beni culturali compresi gli addetti alla custodia e vigilanza”.

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