Elezione diretta dei presidenti dei Liberi consorzi e dei sindaci delle città metropolitane: è il punto di partenza di un disegno di legge su cui sta lavorando il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Totò Cascio.

Il testo sarà sottoposto alla commissione tra sette giorni. Dunque si riparte dal percorso interrotto all’avvio della sessione di bilancio: l’idea all’Ars è quella di approvare le modifiche alla riforma delle Province che aveva eliminato il voto diretto introducendo quello di secondo livello.

Se ne comincerà a parlare ufficialmente mercoledì prossimo. Intanto la commissione ieri ha dato l’ok alla nomina di un esperto, a titolo gratuito, della medesima Commissione, mentre ha rinviato il parere su una serie di nomine proposte dal governo per mancanza del numero legale.

Mentre, dunque, ancora si cerca la quadra per ripartire sulla Finanziaria che non c’è e nonostante manchino meno di  due mesi per l’ingresso nel così detto semestre bianco ovvero l’ultimo semestre di governo durante il quale, secondo una scuola di pensiero, vanno evitate nomine e scelte importanti, l’Assemblea tenta ancora di mettere in pratica riforme rilevanti.

Quella delle province è una vicenda che si trascina sin dall’inizio della legislatura con ben quattro diverse riforme e nessuna andata inporto e l’nico effetto della paralisi amministrativa degli enti di secondo livello e dei servizi da essi erogati.

Ed a scaldare il clima in Assemblea regionale siciliana c’è anche lo scontro fra governo e Parlamento e l’ultimo segnale di ‘guerra aperta’ che viene dal Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. “Nella qualità di presidente del Parlamento siciliano – fa sapere lo stesso Ardizzone – ho chiesto all’onorevole Rosy Bindi di essere audito in Commissione parlamentare antimafia in ordine alle notizie emerse nelle ultime settimane sui media nazionali in merito alla Sicilia e in particolare all’Assemblea regionale. Il presidente Bindi ha già programmato l’audizione per martedì prossimo alle ore 14.00”.

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