Gioielli contemporanei, ecosostenibili indossati da una testimonial d’eccezione, Maria Giovanna Elmi, esposti anche su Vogue Accessories e Paris Match, ecco Nunzia Ogliormino, conosciuta come la vigilessa riciclessa, che saltella tra multe e creatività in una breve pausa mentre ci concede una chiacchierata nel salotto di via Dante, tra un sorso di acqua e zammù e bottiglie di plastica che trasforma in veri e propri gioielli.

Nunzia: materiali e pezzi cult…
“Principalemente utilizzo bottiglie, bicchieri e sacchetti di plastica, ma anche scarti industriali, scorze di arance e limone, gusci di pistacchi, carta, cartone e tutto ciò che è riciclabile e stimola la mia fantasia.
Il mio pezzo forte è la collana realizzata con le bucce d’arancia, la cravatta in plastica di sacchetti e il gioiello in plapet (unione di polimero deriato dall’amido di mais e pet, plastica proveniente dal riciclo di bottiglie, tecnica da me sperimentata).”

In due parole, il tuo incontro con Maria Giovanna Elmi?
Si è innamorata dei miei bijoux, avendoli visti ad un’amica comune e da allora non ha più smesso di indossarli, così le ho fatto presentare la mia prima sfilata, lo scorso Natale a Palazzo Branciforte e lei ha continuato a indossarli nelle trasmissioni televisive, ma anche tutti i giorni e perfino per andare a fare la spesa”.

Perché hai scelto il gioiello ecosostenibile e non quello tradizionale?
“Intanto per il mio grande amore per la natura, il mio modo di chiedere quasi scusa alle nuove generazioni per lo scempio che siamo riusciti a fare a questa nostra Terra. Tutti insieme dovremmo cambiare modo di vivere e capire che è finita l’epoca dell’usa e getta, trasformandolo nel motto da me coniato: usa e riusa, non gettare, si può creare.
Ultima cosa importante: mi piace usare materiali alternativi e quindi l’arte del trasformare per esempio un bicchierino da caffè in un fiore da usare per adornare un interno di un appartamento”.