L’ultimo di una lunga serie di pasticci nell’ambito di Garanzia giovani mette a rischio anche il bando regionale da 50 milioni di euro sui prestiti agevolati ai giovani. Fra un flop, un ritardo, una dimenticanza ed una inchiesta la Regione aveva, infatti, messo nelle mani di Sviluppo Italia Sicilia la gestione della misura ma poi si è dimenticata. Così ha emanato un bando per affidarla ad altri enti tra cui le università. La commessa vale da sola 5 milioni e i 76 dipendenti di Sviluppo Sicilia, che non percepiscono lo stipendio da otto mesi, sono sul piede di guerra.

Ma andiamo per ordine. Garanzia Giovani è un programma dell’UE finalizzato alla creazione di opportunità di lavoro per i giovani neet, che non studiano né lavorano. All’interno di questo programma sono previste 3 misure per il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali, con prestiti a tasso zero per i giovani che così potranno avviare la propria impresa ed uscire dal tunnel della disoccupazione.

Dal 1 marzo 2016 è possibile presentare su tutto il territorio nazionale le domande di accesso al finanziamento a condizione che i giovani siano iscritti al programma Garanzia Giovani ed abbiano partecipato ad un percorso di formazione/accompagnamento alla cultura e creazione d’impresa.

E qui si compie il capolavoro della Regione Siciliana che con delibera n. 106 del 13 maggio 2014 aveva stabilito che le attività formative le svolgesse la propria partecipata Sviluppo Italia Sicilia, acquistata dal Ministero del Tesoro, proprio per svolgere questi compiti e che immediatamente avrebbe potuto fare partire i corsi così da consentire ai giovani siciliani di presentare la domanda.

Invece l’Assessorato ‘smemorato’ a settembre 2015 emana un avviso per la manifestazione d’interesse per gli Enti che vogliono organizzare le attività di formazione/accompagnamento per il programma Garanzia Giovani. E’ da lì che inizia una lunga procedura di graduatorie e decreti vari che ha prodotto il brillante risultato in cui i giovani siciliani sono gli unici in Italia che non possono accedere ai finanziamenti.

“Nel frattempo – denunciano i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia –  il Consiglio di Amministrazione, che non paga da 8 mesi i propri dipendenti, resta impassibile di fronte allo scippo di un’attività assegnata a terzi e che assicurerebbe introiti per 5 milioni di euro provenienti da risorse comunitarie e dunque garantire lavoro alla società”.

Adesso sono i sindacati a sostituirsi al Consiglio di amministrazione che giudicano inadempiente e e annunciano un ricorso al Tar

“Se fosse stata Sviluppo Italia Sicilia a gestire i corsi l’ iter sarebbe già iniziato, e invece tutto è ancora fermo. Il risultato finale – dicono da Cgil, Cisl e Uil – è che a differenza del resto d’ Italia, in Sicilia i giovani non possono ancora accedere a quelle somme e la misura è congelata. Se non verrà ritirato l’avviso e rispettata la delibera faremo ricorso al Tar e bloccheremo tutto”.

Nessuna replica dall’assessorato anche se, informalmente, si apprende che sarebbe in corso la verifica delle procedure adottate.

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