“Abbiamo distinto i due aspetti: quello amministrativo e quello personale. Nel primo anche il Presidente pensa, come me, che gli atti svolti dalla Regione sono assolutamente legittimi. Sul fronte personale ho manifestato il mio dispiacere per una frase che sarebbe dovuta restare confinata ad un contesto privato. una frase oggettivamente brutta e che crea imbarazzo della quale mi sono scusato”.

Così l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio spiega a BlogSicilia il contenuto del colloquio di oggi pomeriggio con il Presidente della Regione all’indomani dell’interrogatorio in procura di Crocetta nell’ambito dell’inchiesta Mare Monstrum. In quella sede, e non solo in quella, Crocetta è venuto a conoscenza del contenuto di alcune intercettazioni telefoniche nelle quali Pistorio parla di lui con frasi non certo belle. Frasi che hanno prodotto un amaro sfogo nel presidente che oggi aveva detto chiaramente “Come fa un assessore omofobo a stare in giunta con un presidente gay? A Pistorio porrò questo problema. Se un assessore dice che volevo andare a Filicudi per farmela mettere nel c… è un po’ troppo. Dopo la pubblicazione di quelle intercettazioni non mi ha chiesto scusa, né in privato né con una nota pubblica. E’ evidente che Pistorio con me non abbia un buon rapporto come è altrettanto evidente che il rapporto tra il presidente e il suo assessore dovrebbe basarsi sulla fiducia”.

“E’ inutile dire che il Presidente era amareggiato e quella frase crea un enorme imbarazzo anche in me che l’ho pronunciata. Ma si tratta di una espressione goliardica, in un contesto che definirei da caserma ma che non ha alcuna attinenza con i fatti. Una frase infelice ma che non doveva diventare pubblica. Comunque una frase errata e da non pronunciare”.

Pistorio è apparso alquanto imbarazzato ma non ha mancato di precisare come le intercettazioni siano, per la loro stessa natura, enormemente invasive e come chiunque, se registrato in ogni istante della propria vita, può incorrere in frasi infelici dette in confidenza in momenti particolari e destinate a restare confinate a quei contesti. In buona sostanza frasi da caserma che non denunciano una reale omofobia ma solo una inappropriatezza dei termini ed una irriverenza che non si sarebbe dovuta conoscere ma comunque inappropriata e della quale oggi Pistorio si pente.

“L’amarezza resta in entrambi per quella frase – conclude Pistorio – ma resta anche la serenità degli atti amministrativi corretti. Lasciato Palazzo d’Orleans sto andando in assessorato a lavorare”.

Poco dopo arriva anche il Crocetta pensiero su questa vicenda: “Una riflessione su Giovanni Pistorio e le sue parole intercettate va fatta anche con le forze politiche di governo – dice il governatore – a Pistorio ho solo chiesto spiegazioni rispetto al suo linguaggio – afferma – E mi pare giusto che mi prenda una pausa di riflessione”.

“Battiato si dimise da assessore per molto meno, parlando di prostituzione in politica e quelle frasi furono interpretate come un’offesa alle donne. Leggere quel dialogo – dice Crocetta – mi ha causato grande sofferenza, sono stato tirato in ballo per un pettegolezzo da bar, per cose che non ho mai fatto, come dimostrato dalla stessa
inchiesta visto che eravamo in qualche modo tutti intercettati. Dalle carte non emerge alcun mio comportamento di quel tipo, quello che è stato scritto da alcuni media è stato desunto dalle frasi pronunciate da Pistorio”.

“Per quelle che l’assessore Giovanni Pistorio ha definito chiacchiere da bar sono stato sottoposto a un linciaggio mediatico per quindici giorni, persino con richieste di dimissioni da parte di Attaguile e Cancelleri che ovviamente denuncerò per diffamazione”.

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