Anche nel capoluogo siciliano, stamani, si è celebrato il 164° Anniversario della Fondazione della Polizia.

La città di Palermo riveste un ruolo emblematico e significativo della tenacia con cui la Polizia di Stato, nella sua ultrasecolare storia, ha tentato di affermare valori positivi quali giustizia e legalità.

Palermo, con il tributo di donne e uomini caduti sul campo è per la Polizia di Stato, coscienza e luogo della memoria e la Festa della Polizia, nel capoluogo siciliano, non può che indurre, in primo luogo, ad un loro deferente ricordo.

Ha aperto le celebrazioni la deposizione di una corona di alloro, da parte del Prefetto, Antonella De Miro e del Questore Guido Nicola Longo sulla lapide collocata nell’atrio della Questura che ricorda i poliziotti palermitani trucidati per mano mafiosa.

Il legame della Polizia di Stato con la cittadinanza, quest’anno, è stato rinnovato, alla luce della location scelta per celebrare l’anniversario, dopo oltre 10 anni tornato ad essere, il teatro “Massimo”.

A partire dalle 10.30, il “luogo-monumento” più celebre del capoluogo siciliano è stato la casa della Polizia di Stato palermitana che ha avuto il piacere di “ospitarvi” cariche religiose, civili e militari, scolaresche e la cittadinanza tutta.

Il teatro “Massimo” ha fatto da cornice alla collaborazione con un’altra illustre istituzione cittadina, il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini”.

La scaletta della cerimonia è stata infatti, scandita da brani interpretati dal “coro di voci bianche”, dal “Quartetto d’archi e pianoforte” e dall’ “Orchestra di fiati del Conservatorio”.

Il questore Guido Nicolò Longo ha rivolto alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato i più fervidi auguri, svolgendo, al contempo, alcune considerazioni nel contesto di un discorso incisivo, ma anche venato di ricordi e nostalgia.

Il questore ha ringraziato gli agenti di polizia impegnati nelle operazioni di accoglienza dei migranti e quanti lavorano nel territorio per assistere i palermitani in migliaia di interventi ogni giorno.

“Permettetemi tal riguardo,un ringraziamento particolare a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato ed a tutti gli altri soggetti istituzionali e non, che, in tale ambito, con cadenza quasi quotidiana e sotto la sapiente regia della locale prefettura, non lesinano impegno e sacrificio per assicurare ai migranti dignità di persona umana ed il sacro diritto alla mobilità sempre nel rispetto delle leggi vigenti – ha detto il questore nel suo discorso – Analogo ringraziamento rivolgo a quanti,ormai con analoga cadenza quotidiana, fronteggiano situazioni imbarazzanti di ordine pubblico causate da un diffuso malessere sociale, originato da una sempre pressante crisi economica che incide su larghi strati della popolazione.

Auspico che questa situazione di congiuntura possa in qualche modo poter trovare delle soluzioni in tempi relativamente brevi, fermo restando,purtroppo, che si debba concordare sulla necessità di una presa di coscienza generale,ormai, circa il definitivo ridimensionamento di ogni forma di “Welfare state”a livello mondiale a vantaggio di sistemi improntati alla competitività ed alla razionalizzazione di ogni risorsa.

Ciò,ovviamente,implica adeguati e coerenti programmi politici basati su scelte di priorità e sui conseguenti corposi contenimenti di spesa pubblica,offrendo a tal proposito seri ed inattaccabili modelli comportamentali da presentare soprattutto alle nuove generazioni attraverso continue iniziative tendenti a motivarle ed a rafforzare in loro la speranza di un futuro in cui il lavoro, il fattore umano,la dignità di cittadino, la legalità e l’uguaglianza reale possano essere delle certezze.Bisogna,però, evitare che inneggiare a tali principi diventi solo un vuoto slogan”.