Un progetto su “The Grand Voyage: African Dispersal and Reclamations”, che coinvolgerà Palermo, Lagos e altri porti del Mediterraneo.

Ci sta lavorando il Premio Nobel Wole Soyinka e partirà proprio dal capoluogo siciliano che l’anno scorso lo ha investito della cittadinanza onoraria. Una sorta di “viaggio al contrario”, quello di Soyinka, una migrazione inedita che dal cuore dell’Africa condurrà fino alla Sicilia e da lì, all’Europa.

Wole Soyinka, una delle voci più potenti e impegnate d’Africa, ne parlerà oggi alle 17 al Museo delle Marionette Antonio Pasqualino, a Palermo, partecipando ad uno dei Colloquia previsti all’interno della Biennale Arcipelago Mediterraneo. Alla conferenza di Arcipelago Nero, a fianco del Premio Nobel, discuteranno Awam Amkpa, curatore e accademico della New York University, ed Ellyn Toscano, direttrice esecutiva della New York University Florence. Modera Alessandra Di Maio.

Tutta quest’ultima settimana di BAM, sarà comunque caratterizzata dai ‘Colloquia’: domani alle 10, sempre al Museo Pasqualino, sarà la volta di Arcipelago Letterature Migranti, una vera e propria anticipazione del Festival che si svolgerà ad ottobre. Si parla dunque dell’universo letterario, luogo ideale per una riflessione sulle migrazioni materiali e immateriali del nostro tempo grazie agli interventi dell’arabista Isabella Camera D’Afflitto, la giornalista Farian Sabahi, lo scrittore Giorgio Vasta e l’editor Katrin Thomaneck; modera Davide Camarrone, direttore del Festival delle Letterature Migranti.

Per il ciclo “Mediterraneo Australis”, musiche, canti e riti dal Mediterraneo, curato da Lelio Giannetto all’interno della Biennale, domani alle 21 all’Archivio Storico si esibiranno i Pupi di Surfaro & Jali Diabate. I Pupi di Surfaro è il progetto folk/electro/rock nato da un’idea di Totò Nocera (voce, barba, percussioni) che si esibisce con Pietro Amico (battaria, tammuri, piatti, pignati, padeddi, ciancianeddi), Peppe Sferrazza (basso) e per l’occasione, con il senegalese Jali Diabate alla kora.

Salvatore “Totò” Nocera non è certo una figura artistica di secondo piano: la potenza della sua personalità, forte e così dolce allo stesso tempo, la presenza scenica, l’utilizzo della parola, il timbro della voce, e il fortissimo impegno nel sociale, permettono di considerarlo come una tra le più importanti personalità emergenti della cultura di Sicilia.

Il suo progetto Pupi di Surfaro, è vivo, in continua evoluzione, una sperimentazione continua e sempre aperta, un laboratorio d’idee e suoni. Un progetto con un’identità forte radicato nel passato, che vive nel presente, proiettato nel futuro: riscoprire le radici, il folk, trovare uno stile comunicativo contemporaneo, originale, innovativo. Lontano dagli stereotipi della musica popolare, si mantiene vivo lo spirito, l’intenzione, l’ironia, la rabbia, lo sguardo sui fenomeni storici, visti da vicino, dal basso, dal sud. Una parola poetica e diretta, concreta e dissacrante, impregnata di senso, prorompente, originale, graffiante, ironica, spregiudicata, provocatoria; il dialetto siciliano si mescola a contaminazioni della lingua italiana, americana, oppure al mandingo-senegalese di Jali Diabate e addirittura arriva al sardo-ligure. Ingresso libero.

Prevista dall’8 al 10 marzo la seconda tappa del progetto che accomuna il lavoro sull’Arte del gesto di Virgilio Sieni e l’Opera dei Pupi di Mimmo Cuticchio.

“Palermo_Arte del Gesto nel Mediterraneo. Accademia sui linguaggi del corpo e l’opera dei pupi” è un progetto di Virgilio Sieni in collaborazione con Mimmo Cuticchio. Il primo incontro, quasi un’anteprima, è avvenuto lo scorso 22 dicembre, una serata unica al Santa Cecilia. Ora si srotola il secondo capitolo dell’intero progetto che si concluderà nel 2018: l’idea è quella di sviluppare nel cuore storico della città, un percorso inedito attraverso il quale i cittadini e gli artisti diventino protagonisti di un “luogo” che riflette sui linguaggi del corpo e l’opera dei pupi. Lo scopo è creare un dialogo forte tra il senso della comunità e il gesto poetico. La relazione tra danza e opera dei pupi è un primo modello inedito, unico al mondo, che guarda alla trasfigurazione dell’uomo e alla natura del gesto.
Il progetto coinvolge cittadini di tutte le età e provenienze, soli, a coppie, artisti, semplici persone, che nelle scorse settimane si sono unite a Sieni e Cuticchio, e parteciperanno alle performance previste, scoprendo così luoghi e ambiti della città. Per costruire insieme una Comunità del gesto che abita e convive nei territori. Le performance dell’8 e 9 marzo si svilupperanno secondo un percorso che si snoda in quattro luoghi all’interno della Kalsa.

Scarica il programma di Bam