Un’edizione da record: 210 mila visitatori in 90 luoghi per cinque weekend di ottobre, una ricaduta di ricchezza turistica sulla città di oltre 2 milioni e 300 mila euro, tra alberghi, ristoranti, trasporti, shopping. E’ un tasso di gradimento del 91 per cento tra il campione di visitatori intervistati (per l’80 per cento composto da turisti ed escursionisti), nel 46 per cento dei casi arrivati a Palermo o rimasti in città proprio per partecipare alla manifestazione.

Le Vie dei Tesori è riuscita a trasformare per un mese la città di Palermo in un museo diffuso con code di visitatori ovunque, costruendo un’industria culturale che ha camminato sulle gambe di 500 volontari. Ha messo insieme un pubblico ordinato che, armato di piantine, brochure e app, ha visitato con passione cripte, villini liberty, catacombe, chiese, meravigliandosi degli innumerevoli livelli che la città scopriva pian piano. Dalle catacombe paleocristiane ai re normanni alle cripte barocche fino al rifugio della seconda guerra mondiale, con un contributo da 1 a 2 euro per ogni visita guidata. Palermo e le sue mille anime, messe a nudo di fronte alla voglia di conoscere siti inediti o anche normalmente aperti, ma pressoché sconosciuti, messi in rete e riuniti in un unico flusso comunicativo. Una fiumara festosa di giovani, coppie, famiglie, anziani. Turisti e cittadini.

Oggi la conferenza stampa conclusiva a Villa Whitaker, uno dei siti più visitati della manifestazione, con gli organizzatori e le istituzioni partner. Presenti tra gli altri il sindaco Leoluca Orlando, il presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando, l’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, il delegato per i Beni temporali della Curia di Palermo, monsignor Giuseppe Randazzo, il direttore generale dell’assessorato regionale al Turismo, Sergio Gelardi e il docente di Scienze del Turismo e presidente dell’Otie (Osservatorio turistico delle Isole europee), Giovanni Ruggieri. Con loro, una rappresentanza degli oltre 500 volontari – tra associati degli Amici dei Musei siciliani, universitari e, per il primo anno, gli studenti delle quarte classi degli istituti di istruzione secondaria superiore di Palermo con attività di alternanza scuola-lavoro – sulle cui gambe ha “camminato” la manifestazione.

Decima edizione, e numeri straordinari. A cominciare dai 210 mila visitatori, oltre il 33 per cento di ingressi in più rispetto allo scorso anno (in cifra netta 63 mila in più). Erano stati 147 mila l’anno scorso, 86.826 nel 2014 e 52.964 nel 2013. Di questi, circa 15 mila hanno visitato gratuitamente i nove monumenti del sito seriale arabo-normanno, durante la Notte Bianca dell’Unesco. Cinquemila sono entrati gratis nei 5 luoghi offerti dal Gioco del Lotto, uno a settimana con un raddoppio nell’ultimo weekend. A questo dato si aggiungono i quasi 3400 partecipanti alle 120 passeggiate, guidate da storici, botanici, giornalisti e alle 65 attività per bambini (3200 partecipanti circa, con punte al Museo Salinas e a Villa Whitaker dove è stato necessario talvolta replicare gli appuntamenti nella stessa mattina), ai quali tra l’altro sono stati dedicate visite guidate sul loro calibro, in sette dei siti, nell’ambito di un “programma kids” sostenuto dalla Presidenza del consiglio comunale.

Interessanti i risultati del monitoraggio effettuato dall’Otie, l’Osservatorio turistico delle Isole europee, su un campione di 1500 partecipanti, l’80 per cento dei quali sono turisti ed escursionisti. La manifestazione continua ad attrarre un consistente numero di first visitors (il 64 per cento del campione) ma cresce il numero di coloro che hanno deciso di ripetere l’esperienza fatta negli anni precedenti (7 per cento). Il 91 per cento si dice soddisfatto, il 46 per cento è arrivato a Palermo o è rimasto in città proprio per partecipare alla manifestazione. Mentre il 98 per cento consiglierebbe a qualcuno di andare in vacanza a Palermo in occasione del Festival, e il 77 per cento si dice pronto a partecipare alla prossima edizione.

Quest’anno è anche giunto un main sponsor, Il Gioco del Lotto, che ha sposato la filosofia del festival, aggiungendosi alla cinquantina di partner tra istituzioni e associazioni tra cui l’Unesco, la Regione siciliana, il Comune e l’Università di Palermo, e una rete di imprese tra cui Amg Energia, Unicredit, Gesap, Credito siciliano, Volotea, Auto System, Sicily by car. È cresciuta, conseguentemente, la ricaduta di spesa turistica della città, calcolata dall’Otie in 2 milioni e 300 mila euro. Senza contare i carnet di biglietti che la GESAP ha regalato ai passeggeri in arrivo a Punta Raisi da scali internazionali.

Un successo che consegna a Le Vie dei Tesori la palma di manifestazione più seguita del capoluogo siciliano. Un Festival che è cresciuto con il passare degli anni: nato nel 2006 in seno all’Università per celebrarne il Bicentenario, è diventato un movimento aggregatore che ha messo in rete oltre cinquanta tra istituzioni e associazioni. Le Vie dei Tesori quest’anno ha consolidato la sua già potente ribalta internazionale: quotidiani, periodici, tv nazionali e web. Tra gli altri, hanno dedicato servizi il Venerdì de La Repubblica, Sette, Bell’Italia, RaiRadio3, RaiNews24, Io Donna, La Stampa, Milano Finanza, Qui Touring, Il Fatto quotidiano, Il Giornale di Sicilia, Bell’Italia, Dove, Arte.it. L’Ufficio culturale dell’Ambasciata italiana a Washington è ritornato sul Festival, segnalandolo per il secondo anno consecutivo sulla sua pagina web, tra le manifestazioni utili a diffondere la cultura italiana negli States.

“Le Vie dei tesori è esso stesso un tesoro per la città di Palermo – dice il sindaco Leoluca Orlando -. Un tesoro per il metodo, fatto di sinergia operativa e collaborazione fra associazionismo, enti pubblici e privati. Un tesoro per la risonanza, ormai sempre più nazionale e internazionale, che attira nella nostra città migliaia di turisti. Un tesoro perché ricorda ai palermitani la bellezza della nostra città, la necessità di prendercene cura, la gratificazione di vederla amata e apprezzata. La manifestazione è ormai uno dei motori di quel circolo virtuoso fatto di cultura, svago ed economia che sta rilanciando la nostra città e anche per questo sono sicuro che i record di quest’anno saranno superati da nuovi record nel 2017”.

“Questa manifestazione sottolinea ancora una volta che la sinergia tra pubblico e privato, è il motore reale e fattivo su cui investire – interviene il presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando –; sono felice del numero dei visitatori che ha scelto il rifugio antiaereo e Palazzo Pretorio: è un segno ulteriore dell’importanza di un cuore nevralgico della città, rispetto anche al nuovo assetto dato dalla pedonalizzazione”.

“Siamo felici di avere contribuito al successo dell’iniziativa – interviene l’assessore regionale ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio -. Anche quest’anno la manifestazione ha rappresentato per i nostri luoghi della cultura un traino straordinario che ha portato migliaia di visitatori alla scoperta di siti anche non particolarmente conosciuti, grazie all’efficacia comunicativa e alla capacità di costruire un sistema condiviso tra pubblico e privato per lo sviluppo di Palermo. Le visite notturne ai monumenti del circuito Unesco arabo-normanno, la straordinaria affluenza alle ville liberty, al Museo Salinas, a Palazzo Ajutamicristo, solo per citare alcuni dei siti regionali coinvolti, sottolineano il valore del festival che attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini riesce a creare un senso di appartenenza al patrimonio culturale riscoprendo un modo diverso, e migliore, di vivere la propria città”.

“Siamo felici di aver contribuito al successo di un’iniziativa di grande valore come Le Vie dei Tesori al quale siamo accomunati da una forte condivisione d’intenti – ha dichiarato Simone Cantagallo, direttore Relazioni con i media di Lottomatica –. Il Gioco del Lotto è legato da sempre all’arte e alla cultura del nostro Paese e ha voluto includere questa manifestazione all’interno di un tour che sta realizzando da due anni nelle città italiane corrispondenti alle Ruote del Lotto, per incoraggiare i cittadini a riscoprire il territorio e a rivalutarne le bellezze. Le Vie dei Tesori rappresenta quindi solo l’ultimo esempio di una nostra visione consolidata negli anni che si basa sui concetti di partecipazione e di restituzione alla collettività, attraverso progetti di alto contenuto sociale e culturale. Le tante persone che hanno aderito e fatto la fila per ammirare i monumenti aperti gratuitamente sono il miglior riscontro al nostro impegno in una città meravigliosa come Palermo”.

“La chiave di successo del Festival Le Vie dei Tesori – dice Laura Anello, presidente delle Vie dei Tesori onlus – non sta nell’apertura dei luoghi, che è condizione necessaria ma non sufficiente, come dimostra il fatto che alcuni dei siti aperti nell’ambito del nostro circuito sono in realtà visitabili tutto l’anno. La chiave di successo sta nella promozione, nella valorizzazione, nella comunicazione innovativa, nella narrazione degli spazi, nella messa in circuito, nell’istituzione di un titolo di ingresso unico per le visite. Uno staff composto da giornalisti, curatori, operatori culturali, webmaster, tecnici informatici, grafici, formatori dei volontari, esperti di social media lavora tutto l’anno per un Festival che dura un mese. Una manifestazione che ha due anime, una culturale e una sociale forse ancora più importante, dimostrata dal coinvolgimento di ogni tipo di pubblico, dal centro alle periferie, ma anche dalla volontà di riappropriarsi dei luoghi e della loro memoria da parte dei cittadini. Non a caso il nostro slogan di quest’anno è stato ‘Tutta mia la città’”.

“In tanti – aggiunge Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente degli Amici dei musei siciliani e responsabile delle visite guidate – ci chiedono di andare avanti tutto l’anno, richiesta che naturalmente non è possibile soddisfare. Un Festival è un Festival, il resto dell’anno è lavoro per farlo. Quello a cui stiamo pensando è un’iniziativa da fare in primavera, una sorta di anteprima, che sia dedicata a un tema particolare. Voglio ringraziare tutti i volontari che si sono impegnati a fondo perché tutto funzionasse al meglio, riuscendo a gestire decine e decine di migliaia di visitatori. Ma voglio ringraziare anche i visitatori, che hanno capito che le file sono il metodo più democratico e civile che esista per visitare i luoghi. Le Vie dei Tesori ci dice anche che una manifestazione nata dal basso, che sostanzialmente si autosostiene con il contributo dei cittadini e con l’impegno dei volontari, è diventata una potente forza di rivitalizzazione del centro storico libero dalle automobili, e può costituire un modello replicabile in altre realtà del Sud. Da Bari a Cosenza, sono tanti a chiederci di portare anche lì il Festival”.

Ed eccoci ai luoghi: che già dal sito più visitato, presentano una sorpresa. 11.160 visitatori per gli stucchi barocchi e i marmi mischi della bellissima chiesa di Santa Caterina, che la Curia di Palermo ha concesso in extremis a Le Vie dei Tesori, insieme con l’inedita e nascosta chiesa della Pinta: un regalo dell’ultimo minuto per la manifestazione che ha riportato il pubblico nelle chiese più antiche della città. Segue da presso, secondo luogo più apprezzato, il Villino Florio all’Olivuzza (9663 visite); terzo, Palazzo Alliata di Villafranca che ha ricevuto 9362 visite (678 in più dell’anno scorso, quando erano state 8684 e i sontuosi salotti settecenteschi erano stati il sito più amato). Villa Pottino è tra le vere scoperte di questa edizione, con le sue 9161 visite e così anche l’altro gioiello liberty dei Basile, Villino Favaloro (8216 visite); c’è invece chi si è messo in fila per ore per visitare il Rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale, che si allunga sotto piazza Pretoria: 7341 visitatori e in tanti hanno ricordato le ore tremende in cui Palermo era crivellata dalle bombe degli americani.

Il dato di Villa Whitaker Malfitano è straordinario, considerato che la splendida residenza è stata aperta solo di domenica: 6563 visitatori. C’è poi chi ha preferito i tesori scintillanti dei re normanni e le pianete conservate nella cripta della Cattedrale (6258 visite), chi camminando per via Maqueda ha scoperto la cappella affrescata dal Borremans nell’oratorio della Carità di San Pietro ai Crociferi (6110 visite), chi è ritornato a Palazzo Bonocore (5962 visite, 1400 in più rispetto alle 4562 dello scorso anno) e chi invece ha cercato lo studio di Ernesto Basile al Villino Ida (5471 visite). Seguono la cupola del Santissimo Salvatore (5439 visite, mentre 3939 hanno visitato la chiesa), il Teatro Politeama (5350), l’inedito Palazzo Zingone Trabia (5104), Palazzo Branciforte (5039). E ben 4707 persone hanno scelto di visitare il retro palcoscenico del Teatro Massimo, aperto solo per poche ore in alcuni giorni. Ottima performance anche per le ex residenze nobiliari: Palazzo Di Gregorio (4372), Palazzo Petyx (4102 e di questi, 3500 hanno visitato la mostra “Artisti siciliani dal XVIII al XXI secolo”). Seguono, tra i primi trenta luoghi più visitati, l’elegante Palazzo Asmundo, l’istituzionale Palazzo di Città, Porta Felice, il ritrovato Museo Salinas, l’oratorio di San Lorenzo, il Miqveh, la chiesa di Badia Nuova, le Stanze al Genio, la chiesa di Sant’Orsola dei Negri, la Torre di San Nicolò di Bari, la chiesa e la cripta di San Matteo.

La decima edizione è stata anche quella del Festival 2.0 sempre più apprezzato. Il sito www.leviedeitesori.it ha registrato oltre 150 mila utenti unici nell’arco di tempo del Festival, per un numero di visite che ha sfiorato le 220 mila e oltre 2 milioni e 200 mila pagine visitate. E non dimentichiamo che lo spot del Festival è diventato virale: oltre 330 mila visualizzazioni solo su Facebook. Regia di Nicolò Cappello, che ha lavorato al montaggio con Nino Madonia, audio di Claudio Alessandro Gravano, produzione di Giovanni Arnone di CheckSicily.