In principio furono i salvianiani a dire chiaramente ‘O Musumeci o corriamo da soli’.  Per loro già Musumeci era un passo indietro verso l’unità, un uomo scelto fra gli alleati e non fra i propri. Un ulteriore passo indietro sarebbe inaccettabile. il tono duro lo aveva ‘uscito dal cilindro’ Angelo Attaguile. Il suo omologo in sicilia occidentale, Alessandro Pagano, pur puntando su Musumeci era stato meno drastico. Fratelli d’Italia, manco a dirlo, non lascia spazio a ulteriori interventi. il candidato per loro è Musumeci o si converge su di lui o andranno da soli. E in questo caso anche i salviniani avrebbero il loro di candidato.

E alla fine arrivò anche Miccichè a sancire l’orgoglio azzurro. “Ci sono le condizioni per andare da soli, come nel ’94 potremmo ripetere la stessa esperienza” avverte il coordinatore di Forza Italia per la Sicilia dopo la decisione di FdI di avanzare la candidatura di Musumeci in modo autonomo.

Silvio Berlusconi insomma si sarebbe convinto ad andare avanti con la candidatura di Gaetano Armao nonostante gli appelli rivolti da Fdi e Lega ad appoggiare Musumeci, anche in ticket con Armao. “La Sicilia aspetta di poter risorgere. E lo può fare solo con un gentiluomo: si chiama Nello Musumeci. Permettimi un suggerimento da tuo vecchio amico: è arrivata l’ora di smetterla con tante, troppe trattative. Armao, insieme a Musumeci può rappresentare davvero una squadra” è l’appello che lancia Francesco Storace in una ‘videolettera’ indirizzata proprio al Cavaliere.

“Miccichè prova a logorare Musumeci, ma è l’unico candidato vincente” è l’avviso che era arrivato anche dal segretario regionale Sicilia occidentale della Lega-Noi con Salvini, Alessandro Pagano. Ma il plenipotenziario sull’isola di Fi, Miccichè, sembra aver suonato il gong. “Non c’è dubbio che ogni autocandidatura è sbagliata, ma stavamo per raggiungere un’intesa. Per vincere ci vuole una coalizione larga. Andare con una coalizione stretta e con gli stessi partiti e basta, non è un’offerta che può attrarre l’elettorato” sostiene Miccichè che stigmatizza i troppi paletti messi da quelli che chiama “cosiddetti alleati”.

L’idea di Fi è quella di puntare su Armao, avvocato palermitano, una figura che per Berlusconi sarebbe quella giusta per lanciare un nuovo progetto politico che punti ad un massiccio rinnovamento di Forza Italia, insieme alla lista dei “Siciliani indignati” di Armao.

Un progetto che potrebbe trasformare ancora una volta la Sicilia ad esperimento da traghettare su scala nazionale. In grado cioè di dialogare con i moderati di centrodestra e di centrosinistra. Per questo Miccichè non chiude le porte ad Angelino Alfano. “Nella cultura occidentale il concetto del non perdono non esiste. Non penso che avremmo dovuto uccidere il vitello grasso per annunciare e festeggiare il ritorno del figliol prodigo, ma ragionare però sul fatto che la vittoria in Sicilia dovrebbe essere il nostro primo obiettivo per il bene dei siciliani”.

Anche Ap reagisce: “se mi è consentito adesso i veti li mettiamo noi che abbiamo i numeri per farlo. Adesso basta. Siamo stanchi di sentirci dettare le regole da Salvini, alla Meloni all’estrema Sinistra, che valgono meno di niente” dice il deputato regionale messinese di Ap, Nino Germanà.

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