Le segreterie regionali e il coordinamento aziendale di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito, Uilca e Unisin mettono sotto accusa l’amministratore di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo per non avere mantenuto gli impegni presi con i sindacati nel corso di un anno di trattative.

In una nota scritta alla vigilia della convocazione di domani alle 15 nella sede provinciale di Riscossione Sicilia, a Catania, i sindacati contestano anche la scelta del luogo dell’incontro.

“Come suo costume, e calpestando le regole aziendali e sindacali, l’amministratore di Riscossione Sicilia convoca nella sua città i rappresentanti sindacali, e pretende perfino di limitare al minimo il numero di delegati presenti. La sede legale è Palermo, in via Morselli, le riunioni dovrebbero tenersi qui – denunciano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito, Uilca e Unisin- Forse l’amministratore ha il timore di ricevere i fischi dell’ultimo incontro, in cui le centinaia di lavoratori presenti, anche grazie alla diretta streaming voluta dal sindacato unitario, hanno potuto rendersi conto della qualità e della affidabilità del nostro interlocutore. E’ evidente che domani il sindacato sarà presente come sempre, con rappresentanti di ogni sigla, per rispetto della funzione esercitata ma soprattutto per rispetto nei confronti dei lavoratori”.

Secondo i sindacati dei bancari, se Antonio Fiumefreddo convoca i sindacati a Catania, non lo fa perché ha impegni istituzionali in quella città, “ma per evitare di sobbarcarsi il disagio del viaggio”. “Ovviamente non lo farà per far risparmiare l’azienda, dato che dovrà farsi carico del rimborso delle spese di viaggio, con mezzo pubblico, dei sindacalisti convocati e dei funzionari aziendali eventualmente presenti in assistenza all’amministratore”.

All’amministratore i sindacati intendono chiedere, oltre agli argomenti previsti, un elenco di questioni: che fine ha fatto l’accordo, che l’amministratore afferma di essere stato già siglato, di riduzione del tasso che Banca Mps applica al fido concesso a Riscossione Sicilia spa; che fine ha fatto la collaborazione con Equitalia, di cui ancora oggi non c’è traccia; se è consapevole che sinora, con le sue nomine, ha raddoppiato di fatto il numero dei dirigenti presenti in azienda; se è consapevole del fatto che il declassamento di alcune sedi ha creato caos nella nostra struttura, e che ad Enna non c’è nemmeno un quadro direttivo; quali sono le imprese che hanno chiesto la compensazione ex art. 28 quater per 70 milioni di euro; se ha inviato alla Commissione Finanze dell’Ars i dati ed i chiarimenti ripetutamente richiesti in merito alle anomalie presenti sul piano industriale; se è consapevole del fatto che il declassamento delle Sedi rischia seriamente di aumentare i costi e di arrecare disagi ai lavoratori ed ai contribuenti; se è consapevole che la sua scelta personale di non rispettare gli accordi sottoscritti provocherà un enorme contenzioso con il personale che peserà negli anni futuri sul bilancio aziendale, con danni che dovranno essere sottoposti dalla Corte dei Conti.

L’assessorato regionale all’Economia non potrà non intervenire sulla trasformazione di Riscossione Sicilia in strumento di propaganda politica, stante la sua funzione di controllo ed indirizzo, e su eventuali incompatibilità di incarico che segnaleremo in via ufficiale.

Aggiungono i sindacati: “Chiederemo un intervento fermo e deciso sulla totale disorganizzazione che i pochi provvedimenti dell’avvocato Fiumefreddo hanno provocato in azienda, e sulla sua assenza nella normale gestione. L’avvocato Fiumefreddo si rassegni: il personale che amministra lo ha sfiduciato da tempo, e farebbe meglio a riconsiderare la sua presenza in Riscossione Sicilia Spa. E a proposito del ventilato annuncio di possibili licenziamenti, i sindacati precisano: “Sia chiaro infine che non sarà tollerato che si metta in discussione nemmeno un posto di lavoro, legittimamente avuto in base ad accordi e prassi, dietro al quale ci sono esseri umani e famiglie, pena l’avvio di una lotta durissima che non ha precedenti nella storia della riscossione in Sicilia”.

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