“Nel ricordare Paolo Giaccone, come medico legale, non posso chiedere a gran voce che l’istituto di medicina legale non muoia perché con esso significherebbe uccidere di nuovo Paolo Giaccone”.

Lo ha detto il medico Paolo Procaccianti nel corso della commemorazione della morte di Paolo Giaccone, medico legale, ucciso 35 anni fa dalla mafia tra i viali del Policlinico di Palermo. Alla deposizione delle corone di alloro erano presenti la figlia del medico Milly Giaccone, il prefetto di Palermo Antonella De Miro, il rettore di Palermo Fabrizio Micari, l’assessore alle Sanità Baldo Gucciardi, e il direttore generale dell’azienda Policlinico Fabrizio De Nicola.

“La medicina legale dell’università di Palermo – ha aggiunto Procaccianti – attraversa il periodo più nero della propria esistenza e non perché non ci sia più io a dirigerlo ma perché qualcuno ha deciso che la medicina legale di Palermo deve essere ridimensionata se non cancellata. Le competenti autorità sanitarie in nome degli obiettivi di razionalizzazione hanno progressivamente hanno abbandonato la medicina legale attraverso un drammatico impoverimento delle risorse economiche dei suoi lavoratori.

L’istituto di medicina legale è da sempre al servizio della magistratura oggi è stata ridotta a struttura semplice rimane ben poco di quella intensa attività di laboratorio forense di quella idea di medicina legale che ci ha lasciato Paolo Giaccone”.

Il medico Paolo Procaccianti chiede interventi immediati per evitare che si disperda il patrimonio di conoscenza della medicina legale di Palermo.

“Oggi è ipocrita parlare di un progetto di medicina legale così come ebbe modo di affermare l’anno scorso proprio qui il prorettore di Palermo nel suo breve intervento. Il progetto medicina legale prendeva lo spunto da lavori di ristrutturazione.

Oggi siamo qui senza alcuna indicazione sulla conclusione dei lavori e non sappiamo quando i lavori saranno riconsegnati alla medicina legale. Il perché oggi la medicina legale si trovi in una situazione di completo abbandono  risiede nel fatto che i politici da un po’ di tempo consciamente o inconsciamente l’hanno privato della sua anima dei suoi laboratori: istologia, tossicologia e genetica”.

I laboratori spiega Procaccianti davanti a forze dell’ordine, prefetto e vertici dell’ospedale e dell’università sono l’anima dell’istituto. La vera forza.

“Vorrei ricordare che la medicina legale senza i laboratori non è niente. La medicina legale fa le autopsia, ma poi ha bisogno di analizzare quello che preleva. L’accorpamento dei laboratori varato dell’assessorato regionale alla sanità prevedeva la scomparsa dei laboratori di medicina legale con il trasferimento di tutti i tecnici in un nuovo laboratorio del tutto inesistente per il quale erano state comprate attrezzatura tenute inscatolate per circa 4 anni nei corridoi nella medicina del lavoro e medicina legale e che doveva occuparsi di controllo di qualità. Più volte sollecitai l’assessore protempore di allora il qualche mi disse che potevamo parlare di tutti tranne di laboratori.

Ma perché tanto accanimento contro la medicina legale. Pertanto ritengo che oggi è anacronistico essere qui a ricordare il sacrificio di Paolo Giaccone e non vedere come è stata ridimensionato la medicina legale tanto da rendere difficoltoso la sua esistenza. Oggi il ricordo di Paolo Giaccone sembra offuscato dalle decisioni messe in atto da qualcuno che ha trascinato verso un vergognoso oblio.

Mi auguro che il dottore Fabrizio De Nicola, direttore generale del Policlinico che fin da subito ha dimostrato particolare attenzione verso la medicina legale dia dignità all’istituto onorando la memoria di Paolo Giaccone”.