Avrebbe adescato diversi minorenni avendo con loro dei rapporti sessuali in cambio di denaro e piccoli regali, come sigarette e ricariche telefoniche.
La vicenda a Palermo aveva suscitato grande sconcerto: un prelato che faceva sesso con i ragazzini.

Si tratta di Don Aldo Nuvola, ex parroco – è stato sospeso a divinis – della chiesa Regina Pacis.
Per la prima volta ieri, l’uomo, ha preso la parola davanti ai giudici della seconda Corte d’Appello. Per lui è stata chiesta la conferma della condanna a sei anni di reclusione, già inflitta in primo grado con il rito abbreviato.

“Ho fiducia nella giustizia – ha detto Nuvola – e sono caduto nel peccato solo negli ultimi anni della mia vita”.
L’ inchiesta su Nuvola nacque da un’ altra indagine, quella legata all’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo, al Teatro del Sole, alla fine di aprile del 2013. Un ragazzo che allora aveva 17 anni si consegnò e confessò di essere stato l’ autore del delitto (ha poi ritrattato ed è stato assolto in primo ed in secondo grado).
La prima chiamata dell’ adolescente dopo l’ omicidio sarebbe stata diretta proprio a padre Nuvola, col quale avrebbe avuto dei rapporti sessuali. Da qui partirono le intercettazioni che portarono i sostituti procuratori Gery Ferrara e Claudio Camilleri a scoprire altre tre presunte vittime delle morbose attenzioni del prete.

L’imputato avrebbe anche inviato ai ragazzini degli sms inequivocabili. Approfittando della loro condizione di disagio e povertà, li avrebbe convinti a fare sesso con lui dietro la promessa di una ricompensa.
Dopo le intercettazione l’allora prete era stato subito arrestato.

A maggio del 2014, pochi mesi prima della sentenza di primo grado, per l’ ex parroco erano scaduti i termini di custodia cautelare e, anche alla luce di una pronuncia della Cassazione sul reato di induzione alla prostituzione minorile, i suoi legali (gli avvocati Nino Caleca e Mario Zito) avevano chiesto ed ottenuto la sua scarcerazione.
In primo grado, il 14 luglio del 2014, Nuvola era stato condannato a sei anni di reclusione con il rito abbreviato dal gup Riccardo Ricciardi. Il giudice aveva anche riconosciuto delle provvisionali da diecimila euro ciascuna alle quattro presunte vittime, che si erano costituite parte civile nel processo.

Ieri Nuvola ha replicato alla requisitoria con le sue scuse “a tutti quelli che ho fatto soffrire e chi mi hanno voluto bene”. Il processo è stato rinviato all’ 11 luglio.