Quattro cani sopra un osso. In gergo si suol dire così anche se di questa espressione i politici non sono mai contenti. L’osso, in questo caso, sarebbe l’assessorato regionale alla sanità. E’ proprio questo incarico uno dei pomi della discordia nella maggioranza che sostiene Nello Musumeci in vista della formazione della giunta di governo che potrebbe arrivare la prossima settimana. Musumeci ha già smentito, la scorsa settimana, le indiscrezioni circolate compresa l’eventuale nomina di Massimo Russo a segretario generale. Sembra che su questo fronte, a prescindere dalle scelte, ci sia più di un problema autorizzativo.

Intanto la Corte d’Appello potrebbe procedere alla proclamazione del presidente eletto ed al conseguente giuramento nella giornata di sabato prossimo. Musumeci si insedierebbe, poi, nella stessa giornata di sabato o al massimo lunedì 20 novembre procedendo, nel corso della settimana, all’individuazione e alla nomina della giunta di governo.

Per i 70 deputati bisognerà aspettare ancora, la loro proclamazione avverrà nel mese di dicembre. Ma intanto il governo potrà iniziare a lavorare. Ma il primo nodo da risolvere, come detto, è quello della sanità. In campagna elettorale si è detto più volte che ad aspirare a quel posto era Roberto Lagalla. Lui lo ha sempre confermato ma non facendone un punto indiscutibile.

Così il primo pretendente, Roberto Lagalla appunto, potrebbe essere spostato da subito ad altro incarico. Il risultato ottenuto dalla lista Popolari e Autonomisti è tale da non poter dubitare della sua nomina. Ma Lagalla dovrà rinunciare alla sanità e andare, probabilmente, a ricoprire l’incarico di assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale.

Ma ad aspirare all’assessorato sanità restano in due. Per parte catanese c’è l’azzurro Marco Falcone, già capogruppo di Forza Italia nella passata legislatura e grande oppositore di Crocetta, che passato di mano il bastone ora vorrebbe impegnarsi nell’amministrazione e farlo magari proprio alla sanità. Da Palermo e fronte Diventerà bellissima, però, c’è Alessandro Aricò che aspirerebbe allo stesso posto. Aricò vanta anche una storica vicinanza con il neo Presidente Nello Musumeci e questo certamente aiuta nella scelta. A quel posto aspirerebbe anche Totò Cordaro, che in giunta è stato pubblicamente invitato proprio da Nello Musumeci durante una manifestazione elettorale, ma nessuno gli aveva mai parlato di sanità. Questa, però, sarebbe la sua aspirazione.

Come dirimere la contesa senza iniziare a litigare? Fra i tre litiganti il quarto gode e sembra che Musumeci stia pensado ad un tecnico. La voce che circola negli ambiente regionali è quella del manager Fabrizio De Nicola anche se qualcuno si stupisce visto che proprio de Nicola negli ultimi anni è stato nelle grazie del governo di Crocetta. e proprio quest’ultimo dettaglio che rischia di far saltare anche questa soluzione. Gli alleati, infatti, potrebbero non accettare un nome che è stato fin troppo vicino al governo Crocetta. la soluzione potrebbe, quindi, non essere indolore.

La sanità non è l’unica spina in queste ore, ce ne sono diverse altre. A cominciare dalle Attività produttive. Appena ieri Confesercenti è tornata a chiedere celerità nel predisporre al giunta per iniziare subito a parlare di imprese e commercio.  Se la strada per ottenere la sanità fosse troppo ripida, dunque, Totò Cordaro potrebbe propendere proprio per questo assessorato, le Attività produttive. Ma questo capitolo è ancora solo in embrione. Così come non ci sono ancora notizie dell’assessorato all’economia che in base a quantod etto prima delle elezioni spetterebbe a Gaetano Armao insieme alla vice presidenza. Un capitolo del quale al momento sembra non si parli proprio.

Un’altra spina potrebbe essere rappresentata da Vittorio Sgarbi. Per Nello Musumeci e per l’intera coalizione si tratta di una risorsa ma c’è chi fa notare che Sgarbi assessore ai beni Culturali potrebbe essere anche una ‘mina vagante’ pur nella sua competenza. Lui, però, è proprio quello che vuole fare: l’assessore ai Beni Culturali. L’alternativa potrebbe essere quella di dargli la Presidenza della Fondazione Federico II, il braccio culturale dell’Ars. Organizzazione di grandi mostre ed eventi sono, in fondo, esattamente il suo mondo e in quella posizione Sgarbi sarebbe una risorsa forse ancora più rilevante piuttosto che da assessore. Il problema è capire cosa ne pensa lui; non un tema secondario.

Diverse, poi, le caselle ancora da riempire. Ma le trattative sono appena iniziate.

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