Conferme ufficiali non ne arrivano e d’altra parte questo governo di ufficiale fino ad ora ha fatto e intende continuare a fare solo i discorsi all’ars e le generiche conferenze stampa. Nel dettaglio delle cose non si entra, almeno fino a quando non sono definitive.

E allora ci si affida alle voci, alle indiscrezioni, alle storie raccontate da elementi terzi al governo che con il governo hanno avuto o stanno avendo a che fare. Un cambio di rotta rispetto al chiassoso Crocetta che più la sparava grossa più si sentiva forte, ma non nella comunicazione dei fatti che resta affidata ai corridoi.

Il problema dei problemi sembra essere quello dei rifiuti, anzi lo è certamente vista la situazione di emergenza incombente. E per prendere tempo bisognerà spedire fuori dalla Sicilia almeno metà dei rifiuti prodotti come lo stesso presidente Musumeci ha detto chiaramente nelle sue dichiarazioni all’Ars.

Si tratta di 2 milioni e mezzo di tonnellate che permetteranno di allungare la vita dele discariche in saturazione dando il tempo alla regione poer un piano rifiuti mai fatto e per la realizzazione di impianti di compostaggio, per l’incremento della differenziata e così via.

Dove piazzare questi rifiuti? Trattativa sarebbero in corso con l’Emilia Romagna. La Sicilia ha chiesto di piazzare lì’ metà dei propri rifiuti per tutto il 2018 ma la Regione ricevente chiede un accordo diverso per spuntare un prezzo ragionevole e che sia utile a tutti.

Così si fa strada un accordi biennale da 140 milioni di euro l’anno. insomma la sicilia conferirebbe metà della propria produzione di rifiuti in Emilia per tutto il 2018 e il 2019 a fronte di unòpagamento che si aggira intorno ai 280 milioni di euro.

Chi paga questi costi? la risposta ancora non c’è e il rischio è che ricadano sulla tassa dei rifiuti. Per evitarlo servono stanziamentis traordinari da Roma visto che la Sicilia non se lo può permettere. Ma Roma vuole qualcosa in cambio da Palermo e quel qualcosa potrebbe essere indicare in tecnico che andrà a ricoprire il ruolo di assessore ai rifiuti dopo le dimissioni di Vincenzo Figuccia.

Una imposizione che Palermo non sarebbe disposta ad accettare e dunque si intravede una soluzione mediana che ripercorre quanto accaduto in passato: la nascita di una autorità per l’emergenza rifiuti con un commissario di nomina romana.

La gestione dell’emergenza sotto forma di commissario straordinario senza affidare il compito al Presidente della Regione è una strada già intrapresa in passato con risultati quatomeno altalenanti. Le ipotesi sono tutte sul piatto, le soluzioni sembrano ancora distanti.

Intanto la bolgioa creata dal succedersi di riforme degli ultimi anni tutte inadatte o non attuate fa scattare i sequestri di aree di stoccaggio. Si è iniziato da Enna ma la vicenda potrebbe allargarsi a macchia d’olio a tante altre realtà fra Ato, Srr, e società di gestione

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