La direzione aziendale di Villa Sofia-Cervello, avendo ottenuto dall’autorità giudiziaria conferma dell’arresto del ginecologo Biagio Adile, lo ha sospeso dal servizio.

Il medico, dirigente al reparto di Uroginecologia del nosocomio, è accusato di violenza sessuale nei confronti di una paziente tunisina.

“Quella volta in cui io andai e si verificò il fatto per cui ho fatto denuncia erano presenti in ambulatorio tante persone. La segretaria non mi notò per cui io bussai alla porta del dottor Biagio Adile e lui mi rispose che dovevo aspettare. Fui ricevuta per ultima, quando già l’ambulatorio era vuoto, era presente solo l’infermiera”.

Comincia così il racconto della giovane tunisina che ha denunciato il primario ginecologo palermitano Adile per violenza sessuale. La donna sarebbe stata molestata due volte: una nello studio privato del dottore, l’altra in ospedale. La seconda volta, temendo che il medico avrebbe riprovato ad abusare di lei, ha registrato col cellulare quanto accaduto. “Io sono disponibile, tu fai così”, si sente nella prima parte della registrazione audio. E ancora “senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato”.

La donna, dopo diverse operazioni subite nel suo Paese, si era affidata alle cure del medico palermitano.

“Mi ha fatto capire che voleva che io ricambiassi – racconta la tunisina – Ricordo che era seduto sulla scrivania e io di fronte e mi chiedeva di avere un rapporto orale e un rapporto sessuale.

Alle mie resistenze diceva: (nell’interrogatorio viene fatto sentire a questo punto il file audio ndr) ‘anzi devi ringraziare che ti ho fatto l’intervento, senza di me che facevi'” Nell’interrogatorio si alternano le risposte della donna con le registrazioni di quanto avvenuto in ospedale che riscontrano che il medico obbligò la tunisina a un rapporto orale.

Il primario Biagio Adile è assistito dagli avvocato Andrea Treppiedi e Antonino Agnello. “In questo momento ci riserviamo di fare dichiarazioni perché stiamo valutando attentamente la situazione prima  dobbiamo parlare con il nostro assistito – dicono gli avvocati – Solo allora potremo rilasciare alcune dichiarazioni in merito alla vicenda”.