Spaccatura irreversibile a sinistra, tramontano ‘campo largo’ e ‘modello Palermo’

“Non possiamo consentire che la Sicilia diventi merce di scambio e laboratorio politico del Partito della Nazione. Per questo ribadiamo il nostro No all’alleanza con Alfano e il no dei siciliani ad una politica che piega e mortifica le aspettative della Sicilia sull’altare degli equilibri nazionali”.

E’ quanto si legge in un documento politico di Mdp e Sinistra italiana. “La scelta del Pd di confermare il sodalizio politico con Alfano e Castiglione per affrontare le prossime elezioni regionali, è una brutta notizia per i cittadini siciliani – si legge nel documento – Il Pd ha l’occasione di potere cambiare rotta, modificando le scelte politiche che, negli ultimi anni di governi inadeguati moralmente e politicamente, hanno provocato l’impoverimento costante della popolazione, la perdita di innumerevoli posti di lavoro, pericolosi arretramenti culturali e sociali sul piano dei diritti, una gestione delle emergenze, come quella degli incendi, a dir poco disastrosa”. Per Mdp e Si “il Pd con la scelta di subordinare le elezioni regionali al patto romano con Alfano, tenta di trasfigurare la proposta politica e sociale che abbiamo avanzato insieme al sindaco Leoluca Orlando: con il rischio di ridurre lo stesso sindaco al ruolo di comprimario di un sistema solido nella sua tragica inefficacia”.

Ma il documento della sinistra estrema è perfino più pesante e assume toni dai quali difficilment si torna indietro:
“Non saremo né testimoni, né comprimari della conservazione. Con umiltà, ma con grande determinazione, noi andremo avanti per proporre un’alternativa ai siciliani e alle siciliane”.

A firmare la pesante presa di posizione sono tutti i leader della sinistra Angelo Capodicasa, Mariella Maggio, Pippo Zappulla, Bianca Guzzetta e Luca Casarini. “La nostra scelta di essere una sinistra che accetta la sfida, capace di valutare i rapporti di forza e dunque che non vive di autosufficienza – prosegue il documento – è dimostrata dal fatto che abbiamo scelto di lavorare ad una proposta insieme ad Orlando, come alternativa sia al governo uscente e al sistema che lo ha retto, sia ai cinquestelle, sia alla destra. Abbiamo scelto dunque, di non arrenderci all’idea che nulla possa mai cambiare, e che il nostro ruolo debba essere solo quello della testimonianza. Una sinistra utile, non a se stessa, ma al cambiamento concreto, materiale, che riguardi la vita delle persone alle quali ci rivolgiamo”.

“Il ‘modello Palermo’ si è detto, ma senza capire la sostanza di questa definizione: il modello Palermo non è mai stato, men che meno a Palermo, un semplice perimetro di alleanze, una geografia piatta di mediazioni al ribasso. Si è spesso fatto a gara per ridurlo a questo – prosegue il documento – per tentare di occultare invece la sua forza in termini di anomalia positiva in tempi nei quali la politica sembra essere definitivamente ascrivibile al campo del prevedibile, scontato, già deciso, separato dal mondo reale”.

Per Mdp e Sinistra italiana “non svendere la Sicilia ad un patto nazionale tra PD e Alfano, simbolicamente e concretamente, significa imboccare finalmente un’altra strada”. “Per questo se si vuole una ‘grande coalizione’ in grado di sconfiggere le pericolose e diverse forme di destra, compresa quella del qualunquismo digitale a cinque stelle, e di potere politico mafioso che si sta delineando all’orizzonte, bisogna fare spazio ad altro, bisogna avere l’umiltà e l’intelligenza politica di fare non uno ma dieci passi indietro. Per farne fare uno in avanti alla Sicilia”.

“La Sicilia ha bisogno di un cambiamento, capace di affrontare in maniera radicale le sfide del presente e del futuro – conclude il documento – come può essere prodotto se non si ha il coraggio di rompere gli schemi che valgono forse per i sondaggi elettorali, ma sono in realtà l’ammissione della sconfitta della politica intesa come passione civile, di ideali, di valori?”.

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